Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/250

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244 libro quarto


del molto sangue, ma la perfetta costituzione di esso e la quantitá proporzionata al corpo ed al moto nelle vene sosteneva la vita. Cosí, discacciato un errore tanto pernicioso, molti mali, prima incurabili, sono divenuti non perigliosi. Ha la scienza del governo i suoi galenici ancora, i quali risolutamente insegnano che il danaro è il sangue d’uno Stato, il succo nutritizio e vitale; che conviene aumentarlo sempre, né lasciarlo mai posare ne’ vasellami preziosi; dicono doversi mandar fuori tutto ciò che avanza, a prender oro ed argento; tenere esercitata la zecca, e cosí nuotare e tuffarsi nell’oro; propongono lo scavamento delle miniere proprie, la conquista delle altrui; bramano troncato il commercio coll’Indie antiche, disseccatore de’ metalli ricchi; né finalmente biasimano le leggi che con severe pene vietano l’estrazione del metallo, coniato o non coniato ch’ei sia. La somiglianza de’ principi, degli argomenti e delle conseguenze dovea pur troppo far dubitare che potesse esser comune l’errore: né l’uniforme accordo di tutti i politici in questa sentenza bastava ad assicurarla per vera. Io adunque (forse il primo) mostrerò che per la medesima fallacia si sono abbagliati ed i medici e gli scrittori dell’arte del governo, e che niuno de’ sopraddetti è consiglio buono o fedele.

Ludovico Antonio Muratori1 ha lasciato scritto così:


S’ha dunque sopra ogni altra cosa ad avvertire che tutto il governo economico d’un paese si riduce ad una sola importantissima massima: cioè a fare che esca dallo Stato il men danaro che si può, e che ve ne s’introduca il piú che si può. Ognun sa che buon amico sia questo...


Nel libro secondo ho dimostrato non essere il denaro il migliore amico nelle avversitá d’uno Stato, ma i molti sudditi e fedeli: siccome ad ogni uomo sempre piú gioveranno i veri amici che i grandi averi. Qui dimostrerò come il denaro, quando è soverchio, nonché amico, è nemico.

  1. Felicitá pubblica, c. xvi, sul principio.