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Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/281

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capo quarto 274


Furono dichiarati privilegiati sopra ogni altra carta e quasi sull’argento stesso. E, se in questi termini si fosse restato, niuna operazione piú utile e gloriosa avrebbe avuta il governo del duca d’Orléans.

Ma Giovanni Law non poteva esser contento che del bene suo e d’acquisti sterminati; e, siccome la moneta, ch’egli avea immaginata, erano carte, non curava altro che accrescerne il valore. Così, non contento che queste fossero immagini della moneta, volle farle piú preziose di essa. Non fu difficile ingannare il reggente, e persuaderlo dover esser utile rinvigorimento di quegli ordini, che si conosceva essere stati buoni. Quindi, per render fruttifere, e perciò pregevoli, le azioni, si creò una Compagnia di commercio, piena di larve e sogni di traffichi; ed i frutti delle azioni, non meno solleciti che smisurati, le fecero incarire. Per l’altra parte, si dichiarò guerra alla vera moneta con ferocia e crudeltá incredibile: fu sbassata, alzata, ribassata con salti grandissimi e repentini; poi fu bandita dal regno; indi vietato l’immetterla e permesso l’estrarla; infine tolta per forza a’ possessori e cambiata con carte della Banca, giá diventata «reale» ed incorporata colla Compagnia dell’Indie. In tanta vicissitudine e disordine, si videro i biglietti valere il cinque per cento piú del denaro vero; le azioni della Compagnia esser tanto ricercate, che pervennero ad apprezzarsi il duemila per cento. Quindi seguirono effetti mirabili e che sarebbero immeritevoli di fede, se non fossero avvenuti. Una vedova di Namur, che avea piccolo credito per servigi prestati ad uffiziali nelle campagne, si trovò ricca di sessanta milioni di lire. La banca moltiplicò i biglietti fino a duemila settecento milioni di lire. A proporzione crebbero apparentemente i prezzi delle merci; ed infine tutti i debiti, i censi, le rendite pubbliche furono estinte, e fatta tanta mutazione nello stato della Francia, che si può benissimo dire essere stato l’anno 1720 per essa un anno di giubileo simile a que’ degli ebrei, ma tanto piú singolare quanto piú insolito, meno previsto ed in un regno maggiore. In mezzo a tanto scompiglio, saziò certamente il Law l’animo suo, avendo acquistate sopra quaranta milioni di lire, quasi tutte in contante o in fondi