Pagina:Galiani, Ferdinando – Della moneta, 1915 – BEIC 1825718.djvu/95

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capo secondo 89


per esempio, l’oncia nostra è moneta immaginaria; ma, essendo ella determinata a valere sei ducati, ed il ducato essendo moneta reale e mutabile, secondo si muta il ducato si muta anche il prezzo dell’oncia, e cosí veramente è avvenuto. Noi leggiamo che Tommaso de’ conti di Aquino, dell’ordine de’ Predicatori, poi per le sue virtuose opere e per la sovrumana dottrina dichiarato santo e d’angelica sapienza, avea dal re di Napoli, per lo suo mantenimento alle pubbliche scuole qui, un’oncia il mese; e questa mercede era allora riputata grande. E pure sei ducati oggidí il mese è un povero salario e proprio solo ad uno staffiere; sicché non sei, ma appena sessanta ducati nostri corrispondono in veritá al prezzo dell’antica oncia. Né giova alle monete immaginarie che non si mutino nell’alterarsi il prezzo alle reali o nel cambiarsene la lega e il peso nella nuova zecca. Questo è il comune inganno di moltissimi, i quali credono che, non essendo soggetta la moneta immaginaria a queste vicende, resti perciò immutabile. Ma, siccome è falso che queste sole cose mutino il prezzo alla moneta, cosí è erronea questa opinione. La vera e principale mutazione ha origine dall’abbondanza maggiore o minore del metallo, che corre in un paese. Vero è che questo cambiamento non apparisce in sulle monete; perché, se i principi non le mutano, esse non si mutano mai, ma appare sui prezzi delle robe tutte, e questo torna allo stesso. Il prezzo è una ragione: la ragione, per mutarsi, non richiede se non che uno de’ termini si cambi: se non si cambia la moneta, basta cambiarsi il prezzo di quel ch’ella misura. Così, se un principe volesse mutare le misure delle lunghezze, che usansi nel suo regno, senza farlo sentire, basterebbe ch’egli ordinasse che la statura de’ suoi soldati, la quale era fissa ai sei palmi, sia detta e riputata di dodici palmi, e cosí proporzionatamente ogni altra misura si aggiustasse. Egli avrebbe diminuito per metá il palmo, senza mostrar d’averlo toccato. Quel, che non fa il principe sui prezzi delle merci, lo fa la moltitudine, e con giustizia. Essendo il prezzo una misura de’ sudori della gente, a lei si conviene il disporne; e, se ad alcuna cosa pone il prezzo il principe, egli è obbligato, se vuole esser ubbidito, ad