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178 | Dialogo Terzo |
Sagr. Parmi, che assai chiaramente, e con brevità si poteva concludere il medesimo, essendosi già concluso, che la somma del moto accelerato de i passaggi per a c, a b, è, quanto il moto equabile, il cui grado di velocità sia sudduplo al grado massimo c b, essendo dunque passati li due spazii a c, a b, con l’istesso moto equabile, già è manifesto per la proposizione prima del primo, che i tempi de passaggi faranno come gli spazii medesimi.
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