Pagina:Galilei - Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze - 1638.djvu/32

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del Galileo. 23

quando il punto c sarà pervenuto in q; all’ora l’i sarà caduto in o, dopo aver descritto l’arco io fuori della linea ht, et allora il lato ik sarà passato in op. Mà il centro g tra tanto sempre haverà caminato fuori della linea gv, sù la quale non sarà tornato, se non dopo haver descritto l’arco gc. Fatto questo primo passo, il poligono maggiore sarà trasferito à posare co ’l lato bc. sù la linea bq. il lato ik del minore sopra la linea op havendo saltato tutta la parte io senza toccarla, e ’l centro g pervenuto in c facendo tutto il suo corso fuori della parallela gv. E finalmente tutta la figura si sarà rimessa in un posto simile al primo; si che continuandosi la revoluzione, e venendo al secondo passo il lato del maggior poligono dc si adatterà alla parte qx, il kl del minore (havendo prima saltato l’arco py) caderà in yz, et il centro procedendo sempre fuori della gv in essa caderà solamente in r dopo il gran salto cr. Et in ultimo, finita una intera conversione, il maggior poligono havrà calcate sopra la sua sc, sei linee eguali al suo perimetro senza veruna interposizione, il poligono minore harà parimente impresse sei linee eguali all’ambito suo, mà discontinuate dall’interposizione di cinque archi, sotto i quali restano le corde; parti della parallela ht, non tocche dal poligono; e finalmente il centro g non è convenuto mai con la parallela gv, salvo che in sei punti. Di quì potete comprendere, come lo spazio passato dal minor poligono è quasi eguale al passato del maggiore, cioè la linea ht alla as, della quale è solamente minore, quanto è la corda d’uno di questi archi, intendendo però la linea ht insieme con li spazii de i cinque archi. Hora questo, che vi hò esposto, e dichiarato nell’esempio di questi essagoni, vorrei che intendeste accadere di tutti gli altri poligoni, di quanti lati esser si voglino, purche siano simili, concentrici, e congiunti; e che alla conversion del maggiore s’intenda rigirarsi anco l’altro quanto si voglia minore; che intendeste, dico, le linee da essi passate esser prossimamente eguali, computando nello spazio passato dal minore gl’intervalli sotto gli archetti non tocchi da parte veruna del perimetro di esso minor poligono. Passa dunque il


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