Pagina:Galilei - Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze - 1638.djvu/86

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che pur della vescica assolutamente sarebbe stata l’istessa, l’aria ne toglie delle quattro parti una: allora dunque che la palla d’ebano, cadendo dalla torre, giugnerà in terra, la vescica ne averà passati i tre quarti solamente. Il piombo è più grave dell’acqua dodici volte, ma l’avorio il doppio solamente; l’acqua, dunque, alle assolute velocità loro, che sarebbero eguali, toglie al piombo la duodecima parte, ma all’avorio la metà: nell’acqua adunque, quando il piombo arà sceso undici braccia, l’avorio ne arà scese sei. E discorrendo con tal regola, credo che troveremo, l’esperienze molto più aggiustatamente risponder a cotal computo che a quello d’Aristotele. Con simil progresso troveremo la proporzione tra le velocità del medesimo mobile in diversi mezzi fluidi, paragonando non le diverse resistenze de i mezzi, ma considerando gli eccessi di gravità del mobile sopra le gravità de i mezzi: v. g., lo stagno è mille volte più grave dell’aria, e dieci più dell’acqua; adunque, divisa la velocità assoluta dello stagno in mille gradi, nell’aria, che glie ne detrae la millesima parte, si moverà con gradi novecento novanta nove, ma nell’acqua con novecento solamente, essendo che l’acqua gli detrae solo la decima parte della sua gravità, e l’aria la millesima. Posto un solido poco più grave dell’acqua, qual sarebbe, v. g., il legno di rovere, una palla del quale pesando, diremo, mille dramme, altrettanta acqua ne pesasse novecencinquanta, ma tanta aria ne pesasse due, è manifesto, che posto che la velocità sua assoluta fusse di mille gradi, in aria resterebbe di novecennovant’otto, ma in acqua solamente cinquanta, atteso che l’acqua de i mille gradi di gravità glie ne toglie novecencinquanta, e glie ne lascia solamente cinquanta: tal solido dunque si muoverebbe quasi venti volte più velocemente in aria che in acqua, sì come l’eccesso della gravità sua sopra quella dell’acqua è la vigesima parte della sua propria. E qui voglio che consideriamo, che non potendo muoversi in giù nell’acqua se non materie più gravi in spezie di lei, e, per consequenza, per molte centinaia di volte più gravi dell’aria, nel ricercare qual sia la proporzione delle velocità loro in aria e in acqua, possiamo senza