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— Bravo! Mi vedi giusto un po’ inquieto, perchè l’aspetto da Firenze con certe notizie che mi premono moltissimo; anzi, se permettete, vado a informarmi come mai non sia giunto ancora l’omnibus dell’albergo.
Mentre il conte rientrava nell’atrio, il barone e il commendatore si misero a sedere sopra certi seggioloni giapponesi di paglia, e il De Renzis disse al Bellotti-Bon:
— Ora mi spiego tutto. Quel Tibaldi è un giovane che vale tant’oro, per tutti i sensi: ma non ha volontà. Egli non si deciderebbe mai a far nulla, se non avesse a fianco un uomo che invece è tutto volontà....
— Capisco: qualche imbroglione che gli mangia il patrimonio.