Pagina:Gandolin - Guerra in tempo di bagni, Milano, Treves, 1896.djvu/218

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— Vedi un po’, — gridò a Mario, — quella bestia feroce di telefono: è un’ora che suona e mi urta i nervi.

Mario corse al telefono ch’era in un gabinetto attiguo, e poco dopo l’ammiraglio intese la sua voce:

— Signor padrone, vogliono lei.

— Rispondi tu: sai bene che io non ci capisco mai niente, in quell’abominio, che il diavolo se lo porti. Chi mi domanda?

— La questura centrale.

— La questura? vada all’inferno; e che vuole da me?

— Dice che si tratta di faccenda delicata, che vada subito.... Dev’essere per la questione di Gennaro.

— C’è stata una questione Gennaro?

— Signor sì: ha preso a legnate un