Pagina:Gandolin - La famiglia De-Tappetti, Milano, Treves, 1912.djvu/126

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Un signore che passa, avverte piamente Policarpo del tiro che gli hanno fatto. Policarpo con gesto maestoso porta la mano destra sulla parte interessata, strappa la coda, e grida:

— Questo non è soltanto un oltraggio individuale, ma è eziandio un attentato al soprabito di un pubblico funzionario....

E rivolgendosi a una guardia:

— Custode severo, ma giusto delle patrie leggi, io vi denuncio un crimine testè compiuto sotto i miei occhi.

— Dove?

— Dietro la schiena. Ai miei bottoni posticipati fu annessa un’appendice cartilaginosa. Eccola: è una coda. Anzi una codardia.

Policarpo, con la sua cieca fiducia nella tutela delle leggi, pianta la guardia con la coda in mano, e conduce Agenore al portone centrale del palazzo.

— È permesso? — domanda col dovuto ossequio al guardiano.