Pagina:Gandolin - La famiglia De-Tappetti, Milano, Treves, 1912.djvu/36

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Finalmente la famiglia è seduta a tavola. Agenore ha un tovagliolo, che lo strozza, legato intorno al collo.

La serva porta la minestra. Agenore domanda che per lo meno la sua scodella sia coperta da due chilogrammi di formaggio. Il genitore si rifiuta. Agenore si tira i capelli. Il genitore gli tira gli orecchi. Eufemia tira la manica di Policarpo, il quale si mette in bocca la prima cucchiaiata di minestra, Per poco non la sputa.

— Dio clemente e misericordioso! — esclama Policarpo — questa minestra è una salina di Orbetello.

— Le tue solite esagerazioni....

— Eufemia mia! non eccitare, te ne prego, la mia sacrosanta indignazione. Fammi il piacere di degustare la minestra e poi....

Eufemia assaggia,

— C’è un po’ di sale, ma non mi pare che ci sia da strillare a quel modo che fai tu.