Pagina:Gandolin - La famiglia De-Tappetti, Milano, Treves, 1912.djvu/64

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il barbiere, passa in rassegna i suoi avi, risalendo all’epoca delle crociate, mentre Eulalia Pulitano esclama, ogni tanto, meccanicamente:

— Era una grande e nobile famiglia quella dei Pulitano!

La vedova Amalia Codarelli non parla mai.

A un tratto Agenore fa strillare il piccolo Augusto, come un demonio.

— Che hai?

— M’ha cacciato in bocca un mucchio di ragnatele.

— Agenore! — grida con voce stentorea Policarpo; — scendete subito di tavola e venite a ricevere, da figlio obbediente, quei due calci che vi spettano, e che un padre deve inculcare, nei più gravi momenti della vita, alla propria figliuolanza.

Il pranzo è finito. Gli ospiti se ne vanno in fretta e in furia. Eufemia bacia le donne, mostrando sugli occhi il pianto dell’amicizia.