Pagina:Gandolin - La famiglia De-Tappetti, Milano, Treves, 1912.djvu/67

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stituzionali, ha comunicato al suo caposezione, per debito d’ufficio, una regolare e documentata flussione di denti, grazie alla quale egli ha potuto assistere alla seduta, sia per acquistare la convinzione personale dell’esistenza dei ruoli organici, sia per abituare suo figlio Agenore alla religione d’un progetto di legge, che potrà essere discusso nei giorni in cui Policarpo De-Tappetti sarà sceso sotterra, lasciando un’eredità di affetti e di scarpe di panno, mentre suo figlio Agenore De-Tappetti tirerà il carro dello Stato, o altro veicolo congenere e non meno nazionale.

Policarpo è alla tribuna pubblica, appoggiato all’ultimo banco, e Agenore, che ha trovato posto nel banco sottostante, si volge al babbo e dice:

— Papà, i fagiuoli mi hanno fatto male.

— Non mormorare, figlio mio: anche nell’umiltà dei fagiuoli c’è qualche volta la mano della provvidenza.