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Ebbene, il Boltzmann dimostra che l’inversione del fenomeno è possibile, ma è bensì estremamente poco probabile. La distribuzione naturale di equilibrio è di gran lunga la più probabile fra tutte.

Così il secondo principio della termodinamica viene presentato come una affermazione di probabilità.

J. Willard Gibbs, che era, come ho detto, un uomo di genio, non stette pago ai successi ottenuti nella termodinamica puramente formale, ma estendendo e generalizzando le ricerche del Boltzmann stabilì i fondamenti della meccanica statistica.

Nella rappresentazione del Boltzmann le molecole gassose sono punti materiali, si determinano dunque con tre coordinate.

Il Ghibbs considera invece dei sistemi di sistemi, tutti simili e definiti da un numero qualunque di variabili; i calcoli diventano naturalmente complicatissimi, ma portano alla fine a resultati analoghi in tutto a quelli della termodinamica,

Come notava il Duhem, nel 1903, con mal celata ironia, la coincidenza è tanto migliore quanto sono più complessi i sistemi parziali; sicchè per giustificare veramente la interpretazione meccanica bisognerebbe ammettere che l’atomo stesso possiede molti gradi di libertà.

Se il matematico francese si fosse preoccupato di cercare come le cose stanno nella natura, e non piuttosto di dimostrare che esse devono adattarsi ad un certo schema prestabilito, sarebbe per noi un precursore della nuova teoria della materia.

Verso il 1780 Carlo Agostino Coulomb, con le esperienze su le attrazioni e le repulsioni elettriche, aveva fissato la nozione della quantità, e Alessandro Volta alla fine del secolo, con le ricerche sui fenomeni del contatto, la nozione del potenziale elettrico.

Nel 1826 Andrea Maria Ampère scopriva le leggi dell’elettrodinamica, assegnando così una misura alla intensità di corrente; e l’anno appresso Giorgio Simone Ohm, con la legge che porta il suo nome, definiva la resistenza.

Michele Faraday, nel 1832, osservava l’induzione mutua e l’autoinduzione, le cui leggi furono esposte più tardi in forma analitica da Francesco Neumann e da Riccardo Felici

E Faraday stesso, dai fatti dell’elettrolisi, deduceva una relazione semplice fra la carica trasportata e l’intensità della corrente.

Con queste ricerche si chiude, nel 1833, un primo periodo della storia dell’elettrologia: le nozioni fondamentali son poste, e sono sta-