Pagina:Garbasso - L'emissione della luce, Roma 1911.djvu/11

Da Wikisource.

11


Ora, se onde di frequenza dànno origine per un processo di fotoluminescenza, di qualunque natura, ad altre onde con la frequenza , si avrà senza dubbio, per il principio della conservazione dell’energia

,

e quindi

.

11) In un’altra direzione hanno esteso Lenard e Klatt le nostre cognizioni sul fenomeno che ci occupa. Essi hanno trovato infatti che il suo andamento è legato con la temperatura alla quale sì osserva.

A temperature basse si ha un’eccitazione momentanea, che può anche mancare, e contemporaneamente una accumulazione di energia; a temperature più alte i due fatti coesistono sempre, laddove, a temperature altissime, si ha daccapo l’azione momentanea.

Nel primo stadio la luminescenza cessa quasi istantaneamente con l’eccitazione; nel secondo non più, mentre alla fine l’effetto ritorna ad essere passeggiero.

12) Ma il fatto che ha il più grande interesse per la conoscenza del meccanismo dell’emissione della luce è questo, che la fosforescenza è legata sempre col manifestarsi di un effetto fotoelettrico12.

Propriamente le onde che rendono luminoso il preparato sono capaci anche di eccitarlo fotoelettricamente. L’emissione degli elettroni cessa con l’azione della luce.

13) In base a questi risultati sperimentali ci possiamo già formare un’idea del meccanismo per il quale la fosforescenza viene eccitata.

La luce incidente, se ha un periodo opportuno, fa entrare in vibrazione alcuni elettroni del solfuro, o più probabilmente dell’atomo metallico. L’ampiezza di tali vibrazioni può essere così grande che l’elettrone riesca a liberarsi dai legami che lo trattengono. Esso esce allora nel campo che circonda l’atomo. E qui possono avvenire tre cose differenti: o l’elettrone è ripreso quasi subito dal metallo, o invece si allontana tanto da essere attratto e trattenuto da un atomo di solfo, o finalmente sfugge anche a questo e rientra nella sfera di attrazione di un altro atomo metallico.

Si può ammettere che la prima alternativa si verifichi a basse temperature, la seconda a temperature medie, la terza a temperature elevate.

La fosforescenza sarebbe dovuta al fatto che gli elettroni, trattenuti dagli atomi di solfo, ritornano a poco a poco al metallo; è un modo di vedere che trova la sua giustificazione in questa circostanza, che la fosforescenza, quando esiste, si può esaltare ed esaurire rapidamente, con un semplice aumento di temperatura.