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che cosa di misurabile, di fisico in luogo di un’astrazione puramente matematica.
Discepolo di Helmholtz gli espresse in più luoghi delle Untersuchungen la sua riconoscenza e intitolò a lui il suo libro, che del lungo studio fatto dall’autore dei lavori dell’Helmholtz offre tante traccie.
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Fu Enrico Hertz di non alta statura, di aspetto gracile, quasi sofferente; avea barba foltissima rossastra e la portava intera, bello il naso, un po’ grande, altissima la fronte.
Parlava rapidissimamente con voce bella ma monotona.
Inclinato per natura allo scherzo la sua conversazione e spesso le sue lezioni erano uno scoppiettio continuo di frizzi.
Chi ha avuto occasione di parlargli o anche solamente di scrivergli sa quanta fosse la bontà e la modestia di quest’uomo; non è meraviglia quindi che dai conoscenti e dai suoi studenti fosse idolatrato.
Sulla sua tomba si è preconizzata l’immortalità all’opera sua, si è parlato degli onori che egli ricevette, delle Accademie che lo elessero socio, dei premi che gli furono conferiti; a me il vecchio meccanico dell’istituto di fisica di Bonn diceva piangendo che non aveva conosciuto un uomo migliore.
A. Garbasso.
Bonn am Rhein, 18 gennaio 1894.