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l'esilio 97


ritornata in sè — allora non comprendeva nulla.

Marcellino dopo aver egli pure girato lo sguardo curioso — dall’uno all’altro — dal bellissimo volto di Giulia — al non men bello di Clelia — si dirigeva verso la stalla — per mugnere la vaccarella — ed offrire un bicchiere di latte fresco alle simpatiche visitatoci.

Dopo mille domande e risposte e ragguagli — Manlio volto a Giulia diceva: «l’esilio dunque ci resta — non ci vedo altra, via. — Questo governo infernale finirà presto — non ne dubito — ma intanto — dopo tutto quel ch’è accaduto — bisogna sottrarci agli ultimi parossismi del prete sanguinario — oggi tutto astio e vendetta. — »

E Giulia, — «io sono del vostro parere: — sottrarvi alle persecuzioni di quegli scellerati — e non perder tempo — Dio farà il resto — e certo in breve potrete tornare nella vostra Roma ringiovanita e redenta.»

Il modo di mettersi in salvo fu presto trovato dalla coraggiosa straniera. «Io,» essa soggiunse, «ho il mio yacht a Porto d’Anzo.»

— Il mio yacht! — ma questa parola sarà inintelligibile a chi legge — se uomo — e più ancora se donna italiana. — Il mio