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162 il governo del monaco


morire, quella schiatta di giganti (parlo degli ultimi Repubblicani), presenta alla storia un complesso di uomini tali da far giustamente maravigliare — Lucullo, Sertorio, Mario, Silla, Pompeo, Cesare — son tali uomini — tali generali, uno solo dei quali basterebbe per illustrare i fasti guerrieri d’una grande nazione.

Se la perfezioxe fosse possibile all’uomo — e Cesare alle sue qualità, — avesse unita l’abnegazione di Silla — io direi come l’autore della Grandezza e Decadenza dell’Impero romano «Cesare è il più grande di tutti i grandi uomini del mondo.»

Di Silla in fatti strenuo generale anche lui questo racconta la storia. — Dopo aver voluto correggere i Romani e sottrarli alla corruzione con mezzi terribili — sino ad ordinare l’eccidio di ottomila cittadini in una volta — un bel giorno radunò il popolo nel Foro e sedendo in mezzo all’adunanza al posto di dittatore, rimproverò ai Romani i loro incorreggibili vizj — quindi disse loro: «Tenni la dittatura colla speranza di migliorarvi — oggi mi son convinto che non lo posso — ritorno privato cittadino, pronto a dar ragione del mio operato a chi me lo chieda.» Così dicendo scese dalla tribuna, e si confuse