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164 il governo del monaco


— era andato a stabilirsi nel luogo ove all’estremità della foresta i nostri viaggiatori avevano scorto un antico monumento. Colà egli si credette di trovarsi al sicuro dalle carezze di quel pezzo di galantuomo ch’era l’incendiario di Roma1.

Il sito adunque ove Marco Lucullo edificò il suo castello — era lo stesso in cui noi lasciammo la nostra Clelia coi compagni — e forse alcuna fra le quercie che ne adornavano il parco ricordavasi del figlio di quel vincitore dell’Asia2.

L’architettura del castello era superba e superbamente conservata. — Le facciate esterne dell’edificio — erano ricoperte d’edera ingigantita dai specoli, ma. l’interno ripulito accuratamente dai moderni abitatori — se non presentava tutti gli agi che si possono aspettare in una casa moderna, offriva buon numero di sale e stanze ben conservate e spaziosissime.

Privo d’abitatori per molto tempo — oltre all’edera che lo tappezzava — il castello era pure nascosto dalle piante gigantesche che lo circondavano — e questa circostanza lo ren-

  1. Nerone un giorno fece metter fuoco a Roma per godere lo spettacolo dell’incendio dall’alto del suo Belvedere.
  2. Lucullo fu uno dei generali romani die maggiori conquiste ebbe a fare nell’Asia.