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4 il governo del monaco


e maestosa dignità del padre. — Si sapeva che in quella santa famiglia tutti si adoravano.

Ora intorno a questa beatitudine — si aggirava il vile mandatario del prelato nella sera dell’8 febbrajo 1866.

Gianni si era già presentato sulla soglia dell’onesto discepolo di Fidia — che non se n’era accorto, perchè si trovava con le spalle voltate — ma vedendo ch’egli avea certe braccia abbronzate e nerborute — si sentì preso da un brivido tale che involontariamente indietreggiò sino all’altro lembo della via. — Pareva già all’emissario di sentirsi piovere addosso una sfuriata di pugni o di bastonate.

Se non che l’artista si rivolse verso la porta e dimostrando — sulla sua fisonomia virile — cert’aria di benevolenza, il malandrino si sentì rinfrancare e fattosi ardito si presentò nuovamente sulla soglia dello studio.

«Buona sera; sor Manlio,» principiò con voce di falsetto il mal capitato messo. — «Buona sera» rispose l’artista — ed esaminando uno scalpello che aveva tra le mani poco badava alla presenza di un individuo ch’ei conosceva appartenere a quella numerosa schiera di servi prostituti, che il prete ha sostituito in Roma alla maschia schiatta dei Quiriti.

«Buona sera,» Ripeteva Gianni — con voce