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262 il governo del monaco


flessioni e non fosse venuta caricando impetuosamente alla bajonetta la parte italiana.

Contro gente comune, quella carica sarebbe stata decisiva e una fuga precipitosa — se fosse stato possibile fuggire — ne sarebbe stato il risultato inevitabile; — ma i nostri romani erano tali da sostenere qualunque assalto per ineguale che fosse il numero. — Al primo squillo essi gettarono un colpo d’occhio sugli avversari!, e riscontrarono con soddisfazione che non eran complici della sorpresa. Poi, facendo fronte agli assalitori, si ritirarono in ordine, senza precipitazione, senza, sgomento, verso la selva, col revolver alla mano. —

La truppa, giunta sul luogo, — vedendo che tra la gente che era venuta per assalire c’erano dei suoi ufficiali — rimase perplessa — senza sapersi che fare. — Ma Sempronio che era prudentemente rimasto indietro — vedendo l’inutile risultato di ciò che chiamava — il suo piano di battaglia — inferocì, gridando a tutta gola: «fuoco! fuoco! da quella parte! da quella parte!» segnando a dito i suoi concittadini — del cui sangue aveva sete, — e che vedea lentamente ritirarsi verso la foresta — e raggiuntala far fronte alla truppa. —