Pagina:Garibaldi - Clelia.djvu/285

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la quercia antica. 271


di Giulia, v’impresse un bacio, nel quale versò tanto affetto e tanto cuore — che la penna non potrebbe descrivere — e solo donna innamorata può comprendere.

Clelia ed Irene — alla lor volta erano pur felici nel riabbracciare i loro cari, e la gioja era dipinta su tutti quei giovani volti.

È forza confessarlo. — Nemico del sangue come io sono — pure trovo che il giorno d’una vittoria è inebbriante — e, come ogni altro, io stesso ne ho assaporata la selvaggia letizia. — Poco importano, il terreno seminato di cadaveri — le grida dei morenti e la spossatezza propria. — «Siam vincitori! — Abbiamo fugato il nemico!» — e tutti i crocchi, tutti i bivacchi giubilano — e tutti coloro che s’incontrano — si stringono allegri la destra — e si fan festa.

«I fratelli hanno ucciso i fratelli»1 ma che importa in quel momento se siamo vincitori?...

Bisogna che i popoli diventino assolutamente fratelli.

Sotto una quercia annosa — sulle vergini verdeggianti zolle della foresta — sedevano i capi — e con loro quelle preziose donne che

  1. Manzoni.