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Pagina:Garibaldi - Clelia.djvu/30

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16 il governo del monaco


«Essi lordano ancora le nostre contrade — e sotto pretesti futili rioccupano le posizioni che già aveano abbandonate quando dovevano uniformarsi alla Convenzione del settembre 1864. — Or tocca a noi. — Pazientammo diciotto anni — subimmo il doppio giogo, egualmente esecrato — dello straniero e del prete — ed in questi ultimi anni pronti a menar le mani — fummo trattenuti da quella setta ermafrodita che si chiama de’ Moderati. — e altra moderazione non ha e non usa che quella d’impedire il fare e il far bene — setta infame e divoratrice: — siccome il prete — pronta sempre a patteggiare collo straniero — a far mercato dell’onor nazionale — pur d’impinguare sull’erario dello Stato — che trascina a sicura rovina. —

«Di fuori i nostri amici son pronti — e noi accusano di neghittosi — l’esercito — meno la parte legata alla pagnotta — è tutto con noi. — Le armi che aspettavamo, per distribuire al popolo, sono giunte e stanno in luogo sicuro — di munizioni ne abbiamo più del bisogno.

«A che dunque tardare più oltre? — Qual nuova occasione dobbiamo aspettare? — Il nostro grido sia — all’armi....