Pagina:Garibaldi - Clelia.djvu/307

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il parricida. 293


per legge e per i giuramenti suoi — è delitto! Quindi si copra il delitto — ed incesti — infanticidi ed ogni scelleraggine ogni bruttura si tenga celata.

Io so d’un prete che vive colla sorella in termini matrimoniali — e un altro ne conobbi — che con maltrattamenti e battiture cagionò la morte del padre suo. — E ripeto — questi sono delitti che giungono a notizia della gente — gl’infiniti che rimangono sepolti nei penetrali della casa — nei sotterranei del chiostro e nei sepolcri — chi li novera?

«Una sera,» continuava Gasparo: «io ero seduto nel mio abituro campestre, di ritorno dalla caccia. — Avevo veduto Alba la notte antecedente — poichè dal giorno fatale — in cui risparmiai all’umanità un incesto — e che vidi per la prima volta quella stella della mia vita — raramente passavo una notte senza vederla — ad onta di tutte le precauzioni dell’innamorato suo cerbero.

«Da quanto seppi da Alba — prevedevo bensì una catastrofe — ma non così subitanea — come la precipitò il parricida — mostro di lussuria — in quella terribile notte.