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CAPITOLO LX.

ROMA.

Il due-dicembre — il despota della Senna — l’Imperatore-menzogna — il nemico di tutte le libertà, il protettore di tutti i tiranni — dopo diciassett’anni di perverso dominio — colla stessa ipocrisia — con cui la tenne schiava — liberò la Niobe delle nazioni, la vecchia metropoli del mondo — la dominatrice — la martire — la più grande delle glorie umane!

Egli fu il continuatore della vendetta universale.

Totila alla testa delle feroci sue orde conquistava Roma — la distruggeva — ne sterminava la popolazione — ed era questa giustizia di Dio! «Morrà di ferro chi uccide col ferro!» Perchè i romani vollero dominare il mondo? — perchè dalle fertili contrade — assegnate loro dalla natura — vollero scorrere tanta parte di mondo — aggiogando sino le nazioni le più remote — derubandole — disertandole?