Pagina:Garibaldi - Clelia.djvu/391

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la sepoltura. 375


La circostanza non era opportuna a lunghe espansioni — si leggeva però — su quelle due straordinarie fisonomie — un vero e mutuo sentimento di piacere e di simpatia. —

Tant’è; io sono innamorato dei briganti — e se fossi una donna — chi sa, che non diventassi una brigantessa. —

In questi tempi — ove la gloria e l’onore italiano — hanno avuto certi spiacevoli sfregi — dico il vero: quel pugno d’uomini chiamati briganti — che per sette anni — si sostiene contro un esercito numeroso — altri due eserciti di carabinieri e di guardie di pubblica sicurezza — un quarto esercito di guardie nazionali — ed un’intiera ostile popolazione — quel pugno d’uomini dico: chiamateli come volete — sono almeno uomini di grande coraggio. — E se voi signori governanti in luogo di mantenere la scellerata istituzione prete — vi foste adoperati all’istruzione del popolo — quegli stessi briganti — in luogo di essere stromenti di reazione pretina — sarebbero oggi — nelle file nostre — dandovi l’esempio del come si combatte — uno contro venticinque.

Dunque — Viva i briganti! meno gli assassini — s’intende. —

E ancora una parola all’orecchio — signori