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il racconto. 381


«passare la notte in casa Marcello — presso la povera Camilla — impazzita — come avrai saputo — grazie all’infame cardinale S. — Io — quel dì mi dovetti allontanare colla banda per un’operazione importante. — Nella notte la casa fu assaltata e portato via il mio bene in Roma. —

«Puoi immaginare la mia disperazione — puoi immaginare quante ricerche facessi per conoscere il nascondiglio della Nanna. — Finalmente dai nostri amici di Roma — seppi trovarsi la fanciulla nel convento di san Francesco — ove l’avean condannata a servire le suore — e a non vedere mai più la luce. —

«La mia donna, al servizio delle suore! — destinata a servire quella turba di giovani donne ingannate — e di rantolose vecchie volpi! Ve la darò io — dissi tra me — una serva di quella tempra — e per Dio! — questa volta il diavolo si porta via il vostro convento e quante vecchie pettegole racchiude.

«La notte, che tenne dietro al giorno in cui conobbi la dimora della Nanna entrai in Roma solo: — solo, perchè mi sembrava vergognosa codardia farmi accompagnare in un’impresa ove si trattava di me solo. —