Pagina:Garibaldi - Clelia.djvu/421

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seguito del racconto di muzio. 405


«sul caduto — lo spogliava delle armi — e se ne armava lui stesso. — Le mie valenti compagne da una vecchia graticola di tortura — avevano staccato due spranghe — e s’erano schierate in serrafila per ajutarmi. —

«La situazione era cambiata — il morto, per adagio che lo avessi spacciato, non avea mancato di dar fuori un grugnito straziante — e ciò avea insospettito i compagni — e veramente io udii battere in ritirata il nemico — perchè i passi che noi distinguevamo perfettamente — rimanendo in silenzio assoluto — si sentivano allontanarsi. — Lo ripeto, non c’era da burlare; nè da far consigli di guerra — per pigliare una decisione. —

«Dalla parte ove eravamo entrati, cercar di uscire — sarebbe stata pazzia. — E che altra via ci restava? — Sapevamo tutti che le nostre romane catacombe, hanno sempre vari usci — la via di scampo non poteva trovarsi che lì — ed anche sta volta non m’ingannai. —

«Un’occhiata significativa al mio nuovo compagno — mi confermò nelle mie congetture — e senza aprir bocca — toccando colla sinistra il cuore — egli mi fe’ capire