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CAPITOLO VIII.

IL MEDICO.

Diciott’anni sono trascorsi da quella sera fatale in cui un prete nero nero come la befana — avea traversato la piazza della Kotonda per commettere il nefando delitto che abbiamo narrato — e noi ritornando sulla stessa piazza vediamo appoggiato ad una delle colonne del Panteon un mendico avvolto nel solito mantello foggiato a toga.

Non era questa volta una notte oscura di dicembre. — Era un tramonto procelloso di febbrajo.

Il mendico teneva avvolto intorno alla persona lo sdruscito mantello tanto da nascondere anche la parte inferiore del viso — ma alle scarse sembianze che rimanevano svelate scoprivasi una di quelle fisonomie — che vedute una volta — ti restano impresse per tutta la vita.

Un naso Romano divideva due occhi azzurri che avrebbero abbarbagliato un leone: