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Pagina:Garibaldi - Clelia.djvu/79

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CAPITOLO XIII.

LA BELLA STRANIERA.

Noi già dicemmo che Roma è la terra classica delle belle arti. — Là sono ammonticchiate le mine del mondo antico coi loro templi colonne, obelischi, statue — avanzi dell’arte Greca e Romana — capolavori dei Prassiteli. dei Fidia; dei Raffaelli. dei Michelangeli! — Là sorgono ad ogni passo — fontane, ove nuotano colossi marini — ruine — le cui macerie vedute da lontano — sembrano montagne all’attonito viaggiatore — colonne di venti secoli — lanciate nelle nubi — ove sul bronzo sono scolpite le mille battaglie del popolo gigante — infine meraviglie d’ogni specie — che il ricco straniero — visita con ammirazione — e copia per portare nelle sue terre — ai suoi amici — un simulacro della maggiore delle grandezze umane.

I preti hanno tentato deturpare quell’opera stupenda di venticinque secoli — con delle