Pagina:Garibaldi - Clelia.djvu/90

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76 il governo del monaco


Intento alla lettura, quindi ripiegato il foglio sclamò: «Ah siete voi signora!» e il furfante si dirigeva ad Aurelia, come se le altre due non le avesse conosciute, «siete voi la moglie di quel Manlio che si permette tener nascosti in casa i nemici dello Stato e di sua Santità?» Queste parole furono profferite con tale aria di severità e di comando che ti pareva udire un magistrato che desse delle ammonizioni ad un delinquente che non abbia scusa.

«Non è dessa la moglie di Manlio,» s’affrettò a dire Silvia, «sono io — essa venne solo per accompagnarci e testimoniare all’È. V. ch’ella sin da fanciulla conosce la nostra famiglia e può giurare non esserci noi frammischiati mai in cose politiche — Donna Aurelia può dirlo» continuava incalorendosi la povera Silvia, «ella può dire se mio marito non è uomo d’una onestà a tutta prova.»

«D’un’onestà a tutta prova» ripeteva — fingendosi corrucciato il malandrino. «E se siete onesti, perchè albergate eretici e nemici dello Stato? — e l’onesto Manlio, perchè fugge violentemente di prigione — adoperando mezzi imperdonabilmente colpevoli?»

Un momento di silenzio seguì quelle parole e