Pagina:Garibaldi - Clelia.djvu/96

Da Wikisource.
82 il governo del monaco


sua storia rigurgita di delitti — delitti commessi nel suo seno — e nel seno delle altre nazioni.

Molti sono i popoli che egli ravvolse e ravvolge nelle sue spire di ferro — per contentare l’insaziabile sua sete d’oro e di predominio — pur non si può negare che egli non abbia immensamente contribuito al progresso umano e gettato la base di quella dignità individuale — che presenta l’uomo — diritto — inflessibile — maestoso — davanti alle esigenze dispotiche che padroneggiano l’uman genere.

A forza di costanza e di coraggio — egli ha saputo conciliare l’ordine governativo colle libertà adeguate ad un popolo padrone di sè stesso. — L’isola sua — divenne il santuario e l’asilo inviolabile di tutte le sventure — il despota — come il proscritto dal despota — vivono insieme su quella terra ospitale, colla sola condizione di essere uomini.

Egli ha proclamato l’emancipazione dei negri oggi felicemente conseguita dalla lotta gigantesca della sua stessa razza sul nuovo continente; a lui infine deve l’Italia in parte la propria ricostituzione — grazie alla maschia sua voce di — non intervento — da lui fatta risuonare nello stretto di Messina nel 1860.