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ed uno dei martiri di Monterotondo. — Mosto ferito gravemente a Monterotondo, fu men felice di Uziel — il prodissimo della colonna Genovese — che vi morì da forte ed ebbe quindi la fortuna di non sorvivere alla sventura di Mentana.

Un distaccamento dei Mille con passo celere avendo preceduto la colonna sullo stradale, guidato dai patriotti della Piana, s’impossessò delle forti posizioni che dominano quel paese, e fermò la colonna dei cacciatori nemici la quale, credendo di soperchiare i Mille e disordinarli, ne fu invece soperchiata e resa incapace di avanzare un passo.

Quella sera s’accampò nelle vicinanze della Piana e s’inviò il generale Orsini sulla via di Corleone, coll’artiglieria, bagagli ed infermi — disposizione che principiata al crepuscolo, ingannò i nemici sulla direzione della colonna principale.

La notte stessa si lasciò il campo della Piana, e c’innoltrammo colla colonna senza impedimento nel bosco Cianeto che divide detto paese da Marineo.

Il 24 di maggio il nemico vedendo che tutta la forza dei Mille si ritirava verso Corleone, la perseguiva con circa cinque mila uomini delle migliori sue truppe, ed ebbe nelle vicinanze di quel paese un impegno col generale Orsini, in cui quest’ultimo si comportò egregiamente, sebbene con numero molto inferiore di uomini.

Qui mi è grato il ripetere: che solo in Sicilia potevasi effettuare un movimento coperto come