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CAPITOLO XXX.

IL RATTO.

Intanto
All'onta ed al disprezzo è condannata
Lei, che fu la stella di mia vita,
Il dolce paradiso sulla terra!
 (Autore conosciuto).



Eran le sei d’una bella serata d’agosto, non v’era soffio di vento, e la superficie dello stretto era inargentata. Le città di Reggio e di Messina come su d’uno specchio riflettevansi in quelle onde fatate, quando le nostre eroine misero il piede sulla graziosa gondola che dovea condurle sulla barca peschereccia ove giaceva il malcapitato cadavere del pesce spada ancora caldo della vitalità scomparsa, e la barca colla trionfale sua ciurma cantarellando vogava trasportata dalla marea verso la cittadella di Messina.

«Ma che con questi quattro robusti rematori, la Sirena che gareggia coi venti, non raggiungerà quegli stupidi pescatori?»

Quella millanteria era vociferata da tale che se fosse stato ben osservato dalle fanciulle pria