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dell’altro, è cosa tanto naturale! una donna cambia di amanti come di vestiti» (Morale veramente dei preti).

E qui scorgendo il dispetto sulla fisonomia di Corvo, il capo della polizia chercuta caricò sulle ultime parole, pronunciandole pacatamente ed in modo solenne. — Volpe era ingelosito della grande influenza esercitata nella Corte pontificia dalla setta gesuitica, e massime di quella del Monsignore che riconosceva d’assai superiore a lui stesso in intelligenza e furberie, per cui colla quantità di vittime sedotte, più della stessa polizia era informatissimo d’ogni cosa importante in Roma e nel mondo.

«Che monta! (esclamò il seguace di Loiola) — voi non sapete che quella donna conosce i più reconditi secreti di questa Corte e della potente società nostra, che n’è la più solida colonna».

Un cenno di approvazione del generale gesuitico e del suo segretario, all’onorevole menzione fatta da un membro sì rispettabile dell’Ordine, fece rintuzzare alquanto l’alterigia del Cardinale, mentre ringalluzzì l’ardimento del Monsignore, il quale più francamente di prima riprese:

«Noi siamo in circostanza di dover temere più dai nostri nemici di dentro che da quei di fuori. Quella volpe di Monarchia sabauda, mentre si protesta umilissima figlia della santa Sede, distrugge il nostro esercito, si fa padrona delle nostre province e delle nostre sostanze; e siatene certi, essa non si fermerà nelle sue depredazioni