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capitolo xlvi 271


cietà di masnadieri, ma oggi trattavasi d’affare del cuore, ben altro affare, e qui tutto il brio della donna concentrossi in quell’anima meridionale. E «pera il mondo» essa disse «ma si salvi il mio Bajaicò!»

Inutile essa ben sapeva la propria intercessione, presso i selvaggi frequentatori del sotterraneo, e sapeva pure che poco tempo passerebbe tra l’arresto ed il sacrificio. Quindi, battendo dei piedi sulla banchina che le serviva di marciapiede, Giovanna lanciossi come una furia fuori della porta sulla via coll’intenzione di gridare al soccorso alla folla dei transitanti. — La fortuna favorì la pia oltre le sue speranze. Il Prodittatore di Napoli avea avuto sentore delle trame borbonico-clericali, giacchè in quei giorni i reazionari, quasi sicuri della vittoria promessa dal re e dal cielo, millantavano in pubblico le loro gesta future con molta boria, e pattuglie dei nostri comandate da ufficiali di fiducia percorrevano i punti della capitale ove maggiore si manifestava il pericolo. La nostra Giovanna ebbe dunque la sorte di trovare subito una pattuglia dei Mille che passava per la contrada, comandata dal prode Vigo Pelizzari, uno dei più distinti ufficiali della prima spedizione e conosciuto dalla Giovanna.

«Per amor di Dio! comandante, venite presto per salvar uno dei nostri!»

Vi era tanta eloquenza in quelle brevi parole e nell’occhio corvino della bella figlia di Partenope, che Vigo gettò la mano sull’elsa, sfoderò