Pagina:Garibaldi - Memorie autobiografiche.djvu/24

Da Wikisource.
12 primo periodo.


Capitolo IV.

Altri viaggi.

Alcuni viaggi ancora io feci con mio padre, quindi un viaggio a Cagliari col capitano Giuseppe Gervino, brigantino Enea.

In quel viaggio fui spettatore d’un tremendo naufragio, la cui memoria mi rimane incancellabile. Al ritorno da Cagliari eravamo giunti sul capo di Noli, e con noi vari bastimenti, fra i quali un felucio catalano. Da vari giorni minacciava il libeccio, e grossissimo era il mare; quindi si scagliò il vento con tanta furia da farci appoggiare in Vado, essendo pericoloso di entrare nel porto di Genova con tale uragano.

Il felucio da principio galleggiava mirabilmente e sostenevasi da far dire ai nostri marinari più provetti, esser preferibile trovarsi a bordo di quello. Ma dolorosissimo spettacolo dovea presentarci ben presto quella sventurata gente!... Un orrendo maroso rovesciò il loro legno, e non vedemmo più che alcuni individui sul suo fianco superiore stenderci le braccia e sparire travolti nel frangente d’un secondo maroso più terribile ancora. Avea luogo la catastrofe verso il nostro giardino di destra,1 quindi impossibile aiutare i miseri naufraghi. I barchi che dietro di noi venivano, furono pure nell’impossibilità di soccorrerli, essendo troppa la violenza della bufera e l’agitazione del mare, e miseramente perivano nove individui della stessa famiglia (ciò che si seppe poi).

Alcune lacrime sgorgarono dagli occhi dei più sensibili al miserando spettacolo, esauste presto dall’idea del proprio pericolo.

Da Vado in Genova, quindi in Nizza, ove principiai una serie di viaggi in Levante ed altrove con bastimenti della casa Gioan.


  1. Giardino di destra, angolo destro alla poppa della nave.