Pagina:Garrone-Ragazzoni - Edgar Allan Pöe, Roux Frassati, Torino, 1896.pdf/243

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stampati; per conseguenza le perorazioni a viva voce avevano sul loro spirito l’enorme ascendente del nuovo.

Essi dovevano sentire profondamente quella acuta emozione che produce la prima favola udita sulla intelligenza nascente dei fanciulli, emozione che si consuma a misura che essi sentono ripetere le stesse cose, e rinnovarsi le medesime fantasie.

La più bella filippica dei Greci sarebbe stata fischiata alla Camera dei Lord in Inghilterra, mentre una improvvisazione di Sheridan o di Brougham avrebbe trasportato all’entusiasmo tutti i cuori e tutte le intelligenze di Atene.

XXXIII.

A proposito di citazioni, come è ammirevole quella che circolava per Parigi quando Vigal e Bouchardon eressero la statua di Luigi XV «Statua Statuae!» Statua della statua!

XXXIV.

L’artista appartiene alla sua opera,

non l’opera all’artista.     

(Novalis.)

Nove volte su dieci il cercare di comprendere il significato di una sentenza tedesca è un perdere il proprio tempo, o, per dir meglio, si può da ciascuna di quelle sentenze tirar fuori il senso che si vuole.

Se nell’aforismo di Novalis, citato in margine, si intende che l’artista è schiavo del proprio soggetto,