Pagina:Garrone-Ragazzoni - Edgar Allan Pöe, Roux Frassati, Torino, 1896.pdf/37

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il mondo finito alla sua portata, eppure ha percorso lo spazio senza confini ed il tempo senza limiti.

Ma lo spirito matematico ha la sua china fatale. Alloraquando si applica questo procedimento alle speculazioni dell’intelletto, in luogo di applicarlo a qualche scienza esatta e definita che possa servirgli di contrappeso e mantenere l’equilibrio; allorquando ― in luogo di analizzare fatti materiali e risolvere problemi circoscritti ― con questo strumento, la cui potenza non ha resistenza, si vogliono sollevare delle idee, la mente perde il sentimento della verità vera, vale a dire umana.

E così l’autore nostro, talvolta, non s’accorge più dell’abisso su cui si spenzola; l’impossibile scompare ai suoi occhi, e poichè egli procede per misure esatte, non si avvede di misurare l’incommensurabile.

Dopo essersi valso dei procedimenti più matematici nella poesia; delle sue analisi metodiche, del suo cammino regolare e logico, delle sue deduzioni potenti, nelle sue novelle; seguirà poi lo stesso metodo traverso lo spazio ed il tempo, e ci darà in quel sublime delirio cosmogonico che è l’Eureka, una spiegazione non nuova, ma rinnovellata della creazione, senza scostarsi un istante dalla meccanica, dalla statica, dalla dinamica, e sarà fermamente convinto di non errare;