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Conciosia che gli Arcadi (come Giovanni Lucido) lo facevano di tre mesi, gli Acarnani di sei i Greci di 354. giorni i Romani al tempo di Romolo di 34 et Ovidio nel primo de Fasti fa mentione di Romolo, formatore del Klendario ove dice.

Tempora digeret cum conditor Urbis in anno

Constituit menses quinque bis esse suo.

E d'egli dedicò l'anno di Marte suo genitore, il secõdo Klẽdaro fu instituito da Numa Põpilio, trovãdo esso, che l'anno di Romulo nõ s'uguagliava bene al corso solare ma che li mãcavano due mesi, et gli aggiõse 50 giorni, credẽdo di uguagliarlo, al corso della Luna. Onde Ovidio nel de Fasti disse.

At Nume nec Ianum, nec avitas praeterit umbras.

Mensibus antiquis addidit ille duos.

Et con che ragione se lo facesse, lo manifesta Giovanni Lucido copiosamẽte nel trattato che fa de Vero Die Passionis Christi. Il terzo Klendario fu ordinato da Caio Giulio Cesare Dittatore, riducendo al vero corso del Sole, per veder quel di Numa diminuto, essendo egli peritissimo dell'Astronomia come afferma Giulio Firmico. Et vogliono Appiano, e Macrobio, che quando Cesare, andò in Alessandria d'Egitto, allhora imparasse la vera quantità, dell'anno, il qual fù da lui ridotto a 365 giorni aggiongendo dieci giorni all'osservanza vecchia, et riformando l'anno della consessione di 444 giorni, che son mesi quindeci, per causa della intercalatione de gli Egittij, i quali in ogni ottavo anno restituivano giorni 90. al nuovo anno et Cesare, levato il mese intercalario, che s'interponeva tra gli mesi ogn'anno volle che ogni quattro anni al mese di Febraro vi s'aggiongesse un giorno, che bissesto chiamasi, et fece l'anno di dodeci mesi, come hora habbiamo. L'ultimo Klendario è stato composto per opra del Sommo Pontefice Gregorio terzodecimo corretto, et riformato secondo il corso hodierno del pianeta solare. Ma chi vuol veder più cose di queste, legga Giovanni Padoannio Giovanni Lucido, Giovanni Stoflerino, Francesco Maurolico, Gioseffo Zerlino, il Cardinal Cusano nel suo Klendario, et altri infiniti c'hanno trattato della reformatione dell'anno, et del nuovo Klendario. Hor questo.

Annotatione sopra il vj. Discorso.

Una dottissima, et curiosissima Annotatione sopra i sette giorni della settimana, cosa pertinente alla materia de klendarij, che fa Giovan Battista Egnatio nelle sue Raccomandationi, al cap. vigesimo primo. Ma Giovan Thomaso Erigio aboandantissimo per quella materia nel quartodecimo libro mutuato, de Theorica Iolis et pel quattrodecimo mutuato de Theurgia.