Pagina:Garzoni - La Piazza Universale - 1593.djvu/46

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all'impeto, et furore, ma condesato, et maturo consiglio provedere, che la follia di colui, che offende non sia cagione l'oltraggiato, et offeso appaia nel cospetto de' savi, mediante l'ira insana, forse maggiore pazzo e mentecatto di lui. Però, stando l'ingiuria, grave, che Momo Dio de' murmuranti, hà imposto al presente scrittore; et formatore della Piazza Universale delle scienze, et dell'arti, et verdando la varia accusa sua dinanzi a questo giustissimo foro ho riputato io, che son la Dea della sapienza esser cosa ragionevole, et honesta che questo Auttore sia col mio favore difeso, et che risponda saviamente al conspetto vostro, sacratissimi Numi, per mio mezzo, alle varie obiettioni indegne e strane, che da si stolta lingua, com'è questa di Momo si sfrenatamente procedono contra di lui. Ma non è maraviglia, immortale collegio, che questo aspe mordace (benché con lingua adulatrice habbia cercato di leccarci alquanto) s'avanzi addosso a un mortale, e terreno soggetto, havendo altre volte costui preso ardimento di por la bocca in cielo, e lacerar tutto il sacrato choro de' Dei, come ciascuno l'hà per isperienza in se medesimo conosciuto. Chi ha rivelato al mondo dite sopremi Dei, l'infamo ratto di Ganimede fatto (no 'l dico da me stessa) dal sopremo Giove, se non Momo? Chi ha scoperto (se pur è vero) che sotto forma d'un tauro portasse Europa dinanzi alla gelosa consorte, se non Momo? Chi ha palesato il conquisto di Danae in pioggia d'oro, se non Momo? chi ha disseminato l'adulterio di Venere con Marte, se non Momo? chi ha pubblicato Mercurio, per Dio de' ladri, se non Momo? Chi ha fatto sapere al mondo, che io mi sia lasciata veder nuda insieme con Giunone, et Venere, dal pastore Ideo, per cagione cosi frivola d'un pomo, se non Momo? da Momo pur s'è inteso, che Bacco è un'ubriaco, ch'Apollo, è un vano, che Marte, è furioso, che Cupido è un frasca, che Vulcano è un zoppo del cervello, che Plutone è un Demonio, che Protheo è un Mostro, che Pan è un cornuto, che Silvano è un pegoraro, che Priapo è un dissoluto, e tutti i Dei del cielo da quest lingua iniquia hanno provato morsi troppo rabbiosi, e troppo fieri. Se Momo non era, nessun saprebbe la discordia di Giove con Nettuno e Plutone fratelli insieme, non si saprebbe che Bellona havesse posto tante dissensioni fra noi altre Dee, sarebbe ignoto a tutti l'odio ingiusto, che portò Giunone ad Hercole, per esser nato di Giove, et Alcmena a lei rivale; tutto il mondo sarebbe ignorante, che Glauco havesse posseduto il furtivo amor di Theti, col sdegno principale d'Oceano, et di Nettuno, e finalmente à gloria nostra commune non sarebbe annichilata, e sopita dalla forza di questa lingua dispettosa, e propriamente bestiale, come ognun vede. Et voi sacratissimi Numi celesti tanto scornati, e offesi, darete udienza a Momo? ascoltarete