Pagina:Garzoni - La Piazza Universale - 1593.djvu/48

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d'esse? o pur lor favorito, e partigiano singolare? quando a discorso per discorso in vari modi celebra Theologi, Filosofi, Leggisti, Medici, Astrologi, Arithmetici, Poeti, Rhettori, Musici, Avvocati, Procuratori, Giudici, Soldati, Cavallieri, Religiosi, Signori, e Plebei d'ogni sorte, parti ch'egli habbia del Nevio maledico, dell'Hiperbolo amarulento, dell'Eurinno calumniatore, ò pur del lor nemico a spada tratta? Quando arguisce in un discorso particolare tutta la frotta de maldicenti, e detrattori, parti ch'egli ami la Satyra, ò pur l'encomio de malignanti? sai qual è l'Archiloco, e 'l Marullo, e Patacio furfante insieme? tu medesimo sei quello, perché le Rose ti paiono Urtiche, i boccioli ti paion fiori, et i Cardi Lattuche da tutti i tempi. Ma che pensiero è quel di costui, gratiosissimi Numi, che nuovo affanno è il suo, mentre chiama baldanza e temerità una nobile audacia d'animo, et arguisce un spirito elevato ad altissime imprese, essendo chiaro che non i soggetti arditi, ma l'intentione superba è quella che condanna i pensieri temerarij de gli huomini? Hora v'accetta questo scrittore, che non per fasto del mondo (benche l'honor sia il vero premio della virtù) ma veramente per utile universale ha formato l'Universale Piazza delle professioni, ove apparisce tanto evidentemente il frutto suo, che non sol da sfacciato, ma da iniquo si mostra Momo a negarlo impudentemente alla presenza vostra? Ma dimmi un poco ritratto d'ignoranza, e simulacro di bestia, non s'ha in quest'opera sommariamente la virtù di tutte le scienze? Non conosci lo scopo di tutte le discipline? Non scorgi i diffetti di qualunque professione? Non miri gli inviti, e gli allettamenti amorosi della virtù? Quanti essempi, quante sentenze, quanti motti, quanti bei detti, quanti ricordi, quanti ammaestramenti si pon trarre da essa? Sarà questo d'utile al mondo, o nò? Sai chi non la stimarà giovevole? quelli c'havranno lo stomaco pieno di ruta selvatica, come hai tu; quelli che masticano reubarbaro, et agarico de continuo; quelli c'hanno i denti legati di pruni acerbe, come ognora si vede. Quel cumulo d'Auttori ch'egli ha fatto, non è stato per altro effetto, ò sciocco, se non per levar l'occasione ai detrattori di ragionare, et dire che le sue cose han dell'insulso, et dell'incerto, non havendo autorità che le dia fede sufficiente presso à Lettori, et perché è cosa ragionevole, et di gentil creanza, come vedrai nel dotto Prohemio di Plinio ancora, confessare da chi tu hai imparato, e negar la lode à tuoi maestri. Oltra che da si gran caverna d'allegationi si manifesta la tua sciocchezza, perché non prendi la pugna con un'Auttore solo, ma con uno essercito grosso di tante persone gravi citate in quest'opra, i cui nomi parte confessa questo Scrittore d'haver visto in opre d'altri, ma la maggiore né fonti dell'opre proprie, con sudori e fatiche intolerabili? Et se in quella discopri ciancie Pliniane, o cosa tale, t'è di mestiero (come allega anco Plinio) affermar