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GAZZETTA MUSICALE

N. 39

DOMENICA
25 Settembre 1842.

DI MILANO
Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà Antologia classica musicale.
La musique, par des inflexions vives, accentuées. et. pour ainsi dire. parlantes, exprimè toutes les passions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, soumet la nature entière à ses savantes imitations, et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sentiments propres à l’émouvoir.

J. J. Rousseau.

Il prezzo dell’associazione annua alla Gazzetta e all’Antologia classica musicale è di Aust. lire. 24 anticipate. Pel semestre e pel trimestre in proporzione. L’affrancazione postale della sola Gazzetta per l’interno della Monarchia e per l’estero fino a confini è stabilita ad annue lire 4. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Omenoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto.


A questo numero si unisce il Pensiero funebre ed elegiaco in morte del duca d Orleans, composto per pianoforte da G. Battista Cramer, il qual pezzo è il terzo di quelli che l’Editore-proprietàrio della Gazzetta musicale si propose donare a benevoli Associati come da manifesto 23 giugno. Quanto prima si darà il N. 8 dell’Antologia Classica. ESTETICA MUSICALE. E>a musica considerata indipendentemente dalla Poesia. (Fedi i fogli 19, 3, 24, 26, 28, 34, 36 e 37/ 1 alle riflessioni fatte, mentre schiara apparisce la potenza ^espressiva che è nella musica i per la relazione che essa ha colla " v’,a’ si scorge pur anche essere qu ^ta espressione affatto generica, né potersi individuare i sentimenti dalla medesima rappresentati, se non col soccorso della parola articolata. In fatti, spoglia la musica di questo soccorso, vi dipingerà sì al vivo una vitalità gettata, a così dire, nel pelago delle umane vicende, combattuta o favorita dalle circostanti potenze: vi farà bensì conoscere e la natura degli urti, e il piacere 0 dolor che ne prova, e la forza che è in essa o non è, di reagire; ma non potrà dire 1 nomi con cui noi possiamo intendere e il personaggio di cui si tratta, e la passione clic lo agita e le circostanze che gli danno favore o gli s’attraversano. Ed ecco il vero, per non dire il solo motivo, per cui agli stromenti più caratteristici ed espressivi si preferisce la voce umana, motivo che dovrebbe bastare a persuadere i cantanti, siccome la chiara e ben distinta pronuncia della parola è per essi principalissimo dovere. Ma se ella è così la cosa dovremo noi rinunciare alla musica istromentale per ciò solo che la sua espressione non può essere individuata? Mai no; chè anzi l’esperienza ne dimostra prendersi grandissima parte a questo linguaggio, e per poco che vi siamo avvezzi ecì educati ritrarre anzi piacere da quel vago e indeterminato che lo distingue, forse perchè ne lascia di poterlo interpretare secondo noi stessi, forse perchè ne desta reminiscenze di affetti da noi provati, e più verisimilmente perchè la vaghezza nulla toglie alla verità. XLI. Se però riflettasi che il linguaggio musicale, oltre all’essere così generico e indeterminato, è poi anche sommamente fugace non sarà difficile persuadersi non bastare al vero bello la chiarezza e verità di espressione, ma essere necessarie a quest’arte più che ad ogni altra l’unità, la varietà, la ordinata disposizione o condotta, e la più squisita esecuzione. Delle quali cose, dovendo ora discorrere il faremo dando insieme un’occhiata di confronto alle arti sorelle, affinchè da ciò che hanno fra loro di comune o differente più chiare emergano alcune verità principali. L’uomo è il tipo primitivo, ed insieme lo scopo essenziale cui mirar debbono le arti belle, epperciò qualunque sia il mezzo materiale di ciascuna, esse debbono convenire in alcuni punti, la cogniziou dei quali non può che tornar utile all’artista. Oltre a ciò se è vero (come non può dubitarsi) che le arti giovansi a vicenda e ravvivasi il genio dell una alle ispirazioni dell’altra, gioverà sempre lo intenderne l’intima natura ed il particolare linguaggio, il che non sapremmo inai troppo raccomandare ai giovani artisti d’ogni genere. XLII. Ciò che costituisce la principal differenza fra le arti, anziché nei mezzi materiali o nel senso su cui agiscono, già il dicemmo, consiste nella mobilità o immobilità di cui sono dotate, e nell’influenza che esercitar possono sulla vita. Arti mobili sono la Poesia oratoria, la Musica e la Mimica, arti immobili sono le Plastiche e l’Architettura. LaPoesia, l’Oratoria e l’Architettura hanno un’influenza immediata sulla vita, le prime colla potenza di persuadere le altrui volontà a tali più che a tali altre azioni, opinioni e credenze: l’altra perchè, non all’immagine di un oggetto rappresentato, ma all’oggetto reale dà forma conveniente a palesarne l’intimo scopo e natura. Quindi è che questa ritrae il suo bello dalle nozioni che tutti abbiamo intorno alla proporzione delle forze materiali, ed all’equilibrio dei gravi, e da quelle analoghe allo scopo dei monumenti che erige. La vastità, eleganza e ricchezza di un tempio non solo vi parlano della maestà, dell’essere a cui è consacrato; ma eziandio della pietà e grandezza di chi lo volle eretto. La magnificenza dell’Arco della Pace in Milano (il più bello che esista) è monumento che attesta e la grandezza degli esseri che n’erano gli arbitri, e quella del popolo cui fu recata, e il desiderio che era in esso della medesima. Le arti plastiche sono immobili, ma la Pittura, benché non possa rappresentare che un punto unico nel tempo di un fatto, di un affetto, ha un vantaggio sulla statuaria nelfuso dei colori, delle molte figure, e della scena, per lo chè il campo del pittore è assai più vasto. Nella statuaria se disdice il colore, ben più disdice la molliplicità delle figure (se non trattasi di rilievi) a meno si possano riunire in un sol gruppo, come non ammette scena, e vi sono inesprimibili le circostanze del tempo. Le quali cose obbligano lo scultore ad una somma semplicità di concetto, e rendono disdicevoli alla statua tutte quelle vesti che, inutili al carattere, o nascondendo troppo le forme naturali, ne toglierebbero il linguaggio delle modificazioni dei muscoli. Per le quali cose se non siano ammissibili (nè sempre lo sono) alcuni segni simbolici a servire di quasi nome al soggetto, il linguaggio della statua è generico quanto quello dei suoni inarticolati. Massima dillicoltà e dovere precipuo delle arti immobili si è il dar vita e un quasi moto ai soggetti rappresentati, i quali perciò debbono essere immaginati o còlti nel miglior punto di azione, clie sarà sempre quello in cui l’affetto può meglio manifestarsi, servata la ragion della grazia. Mirabile fu in ciò l’arte del Sanzio e spiccò massimamente nel dipinto rappresentante 1 incendio di Roma, nel quale, a far conoscere l’impeto del vento che le fiamme dilatava, espresse una donna quasi corrente le di cui chiome e vesti, invece di sventolare all indietro come al solito, le si raggruppano sul davanti. Nè meno valente fu il Canova. Osservatene l’Ebe. Vedendola in profilo sembra veramente ch’ella debba muovere il passo, tanto la persona è sporgente oltre la linea d’equilibrio, e se ponete mente all’aderire che fanno le vesti sul davanti mentre svolazzano all’indietro, vi accorgerete come essa indubitatamente corre fendendo 1 aere. Bellissima del pari è la mossa con cui Monti di Ravenna atteggiò la statua monumentale di Parini, e vi rappresentò il poeta che sta cercando un’acconcia parola, la quale dal sorriso di cui brillagli il volto, accorgerete già balenargli nel pensiero, e pare perciò ch’egli stia ad un punto di muovere il braccio sospeso a segnarla sulla tavola che sostiene colla sinistra. XLIII. Per l’opposto nelle arti mobili l’artista ha da studiarsi di arrestarne quasi la fugacità e renderne tanto più profonde quanto meno durevoli sono le impressioni. A questo fine conviene che l’artista (Oratore, Poeta, o Musico cii’ei sia) scelta un’idea principale, in modo s’adoll 1 ■ ili I i!;! il