Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1842.djvu/199

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pedali tornò assai più bella che quella del Jh diesis (ben conosciuto), precedente il» fa naturale che portava il contra-si bemolle. Quanto effetto di tromboni, nell opera citata, è collocato sotto un’armonia di flauti a tre parti, mentre taciono le voci e gli altri stromenti tutti. Il suono dei flauti separato da quello de’ tromboni da un immenso intervallo, pare essere così la risuonanza armonica sopracuta di questi pedali, il cui lento movimento e la profonda voce intesi sono a raddoppiare la solennità delle pause che vanno inframmezzando il coro al versetto: «Hostias et preces tibi laudis offerirnits. Detto è di sopra che il trombone tenore manca del mi bemolle grave, e che si trova compreso nel vano che separa dai pedali F ultimo mi naturale basso; ora, credo dover anche ripetere, questa nota dà sempre luogo ad una farraggine di errori eziandio negli spartiti più sapientemente ordinati. Per la qual cosa uno degli attuali maestri, il cui valore nell’arte della instromentazione è una delle incontrastabili sue eminenti qualità, ha incominciato l’ultima sua opera con molti mi bemolli gravi del terzo trombone tenore. L’officieide gli eseguisce e il trombone altro non fa che raddoppiarli all’ottava superiore, e l’autore per avventura non s’è mai avveduto che il suo mi bemolle basso non è altrimenti dato dallo stromento pel quale egli lo scrisse. Un’altra particolarità del trombone tenore poco conosciuta dai compositori, è la difficolta e l’impossibilità che in certi casi egli trova a fare le due note la diesis e si. o si bemolle e do bemolle dell’ottava inferiore fra le righe (chiave di basso), quando con qualche rapidità si succedano. 11 passaggio dall’uua all’altra, richiedendo un gran salto del pezzo scorritore dello stromento, e per conseguente uno sbracciamento enorme della destra del suonatore, non può farsi se non in movimento alquanto moderato. Un celebre maestro, avendo scritto questa rapida successione si, la diesis e si, ripetuta più volte, i trombonettieri dell’orchestra del teatro Italiano si spartirono come i suonatori di corno russo che fanno una nota per uno; l’uno dava il si naturale e l’altro il la diesis, con grandi risa degli altri suonatori, che si smascellavano spezialmente veggendo la pena che aveva il secondo trombone nel cogliere di contrattempo il suo la diesis. Il trombone basso è un trombone tenore quanto al suo timbro e alla sua estensione che sta come la voce del basso a quella del tenore. Egli si leva meno alto d’una quinta e discende più in basso d una quarta aumentata. Dunque, dato che per l’orchestra si spinga il trombone tenore solamente sino al si bemolle acuto, bisognerà scrivere il trombone basso solamente sino al mi bemolle, comechè, in mano a certi esecutori, ei potesse montare più alto d’assai. In grave egli discende sino al si bemolle sotto le righe ( chiave di basso ), e riempie cosi il vano che è nel trombone tenore fra l’ultimo mi naturale basso e i pedali. Ma stando al fatto, il trombone tenore discende più basso che il trombone basso, dappoiché questo non ha le tre note pedali, la, la bemolle e sol, e il suo si bemolle si cava molto difficilmente, il suono del trombone basso è maestoso, formidabile e terribile: a lui per diritto si spelta la parte grave infra tutta la schiera degli istromenti di metallo. Ad onta di ciò noi abbiamo la disgrazia a Parigi d’esserne affatto sprovvisti; non si insegna al Conservatorio, e nessuno trombonettista se n’è voluto finora impratichire a dovere. Onde ne segue che per la più parte gli spartiti tedeschi moderni e anche gli antichi spartiti francesi e italiani, scritti per orchestre che possedono o possedevano questo stromento, debbono essere più o meno storpiati quando si eseguiscono a Parigi. Peróne! Freyschiitz di Weber, v’hanno di re naturale bassi sotto le righe (chiave di basso) nell’accompagnamento del coro de’cacciatori: poscia, all’entrare deH’Eremila s’incontrano dei mi bemolli bassi. Queste note dunque per necessità si fanno sentire all’ottava superiore, poiché i tre artisti dell’orchestra del!’Opera si servono tutti e tre del trombone tenore che non le ha. V’hanno altresì dei do naturali gravi, sostenuti, nel coro AeWAlceste di Gluck: «Piangi, o patria, o mia Tessaglia! «Qui l’effetto ui questi contra-do bassi è grandemente importante, onde il trasportarli è cosa al tutto sconveniente. Il trombone basso non può prestarsi a movimenti rapidi come gli altri stromenti della medesima natura; la lunghezza e grossezza del suo tubo richiedono un poco più di tempo per entrare in vibrazione, e si vede agevolmente che il suo pezzo scorritojo, fatto giuocare per mezzo d’un prolungamento d’un’asta di metallo che serve a poter portare il pezzo suddetto a certe posizioni estreme dalla parte dei bassi, non dà luogo ad una grande agilità. Quindi l’impossibilità reale in cui sono gli artisti tedeschi, che usano il trombone Lasso, di eseguire molti passi delle nostre partizioni francesi moderne, le quali i nostri trombonettieri rendono sì bene che male sul trombone tenore. L’imperfetta esecuzione di questi passi, malgrado l’abilità d’alcuni de’ nostri arstisti, prova ad evidenza che essi passi sono troppo rapidi anche pel trombone tenore, e che i tromboni in generale non sono atti a rendere successioni di questo genere. Ciò prova per lo meno, supposto che i compositori sieno senza più colpevoli d’un poco di esagerazione nella difficoltà, che bisogna sempre servirsi degli stromenti indicali da loro, e non mai d’altri. Per mala sorte molli maestri, conseii che nella più parte delle nostre orchestre non vi sono che tromboni tenori, si ostinano a scrivere nei loro spartiti: trombone contralto, trombone tenore e trombone basso, invece di indicare formalmente.°2.°3.°tromboni tenori. Ne segue che per potere eseguire, in paesi forestieri, le loro opere, come si eseguiscono a Parigi, bisognerebbe, senza badar punto alle impresse indicazioni, servirsi di quegli stromenti che si adoperano a Parigi. Ma come potere ammettere una somigliante libertà nella interpretazione della volontà del compositore? Non sarebbe egli questo un far lecito ogni capriccio, ogni abuso? Non è egli giusto che gli altri che mettono tanta negligenza a redigere le opere loro, soffrano un poco, piuttosto che far invadere l’abuso di far vedere le loro opere mutilate a coloro che scrivono sempre con cura, e con profonda cognizione de’ mezzi stromentali? Difficile è poter dire fin dove i tromboni possono compromettersi di loro agilità; nondimeno, ecco ciò che potrebbe dirsi: nel tempo inquartato e nel movimento allegro moderato, un tratto di crome, può eseguirsi col trombone basso; gli altri tromboni, tenore e soprano, scudo un po’ più agili, potranno eseguire tratti in terzine di crome (12 ogni battuta); ma questi sono i confini naturali dell’esecuzione eguale e precisa; trapassarli sarebbe quanto cadere nel guazzabuglio, nella confusione, o meglio, sarebbe un tentare l’impossibile. Il carattere del timbro del trombone varia in ragione del grado di forza onde il suono è emesso. Nel foltissimo egli è minaccioso, formidabile; massimamente se i tre tromboni sono all’unisono, od almeno se due sono all’unisono e il terzo all’ottava loro. Tale èia fulminante scala in re minore sulla quale Gluck ha disegnato il coro delle furie nell’atto secondo dell’Ifigenia in Tauride. Tale è ed ancor più sublime il grido immenso di tre tromboni uniti che risponde, come se fosse la voce corrucciata de’numi infernali o all’invocazione di Alceste» Ombre! larve! compagne di morte! «in quest’aria prodigiosa in cui Gluck ha lasciato snaturare 1 idea principale del traduttore francese, ma che, tale qual’è, s’imprime nella memoria di tutti, col suo tremendo primo verso: «Numi diStige! ministri di morte! «Notiamo ancora che verso la fine del primo periodo di questo pezzo, quando i tromboni in tre parti divisi rispondono imitando il ritmo del canto a quella frase:» La vostra non bramo crudele pietà» notiamo, dico, che per l’effetto medesimo di questa divisione, il timbro de’tromboni assume all’istante un accento d’ironia, roco e ferocemente esultante, differente assai dal tremendo furore degli unisoni precedenti. Nel forte semplice, i tromboni, in armonia a tre parti, massimamente nelle note di mezzo, hanno un’espressione di pompa eroica, di maestà, di fierezza, che solamente il fango d’una prosaica poesia potrebbe render vana o nulla. Essi prendono, in questo caso, aggrandendola d’assai, l’espressione delle trombe; essi più non minacciano, ma proclamano, e invece di ruggire, cantano. Nel mezzo-forte di mezzo, all’unisono o in armonia in lento movimento, prendono il carattere religioso. Mozart nel coro de’sacerdoti d’Iside, del Flauto magico, ha prodotto mirabili modelli della maniera di dare ai tromboni la voce e la gravità pontificale. Gliene era già stato lasciato esempio da Gluck nel coro de’Sacerdoti di Diana nell’atto terzo della Ifigenia in Aulide; «Prezzo del sangue che da noi fia sparso.» Il pianissimo de’ tromboni appropriato ad armonie appartenenti al modo minore è cupo, lugubre, e direi quasi magico. Massimamente nel caso che gli accordi sieno brevi e intramezzati di pause, pare che si senta l’ululato di strani mostri mal represso fra l’ombre. Mai non è stato, a mio credere, tratto partito più drammatico da questo peculiare accento, di quello che abbia fatto Spontini nella sua eccellentissima funebre marcia della Festale: «Pera ornai l’empia Vestale!» Gluck nelle scale discendenti dell’aria:» Caron t’appella, «nell’atto terzo dell’Alceste, e Beethoven nell’immortai duetto del secondo alto del Fidelio, cantato da Eleonora e dal carceriere nello scavare la fossa del prigioniero che ne va a morte. L’uso adottato oggidì da alcuni maestri di formare un quartetto dei tre tromboni e de 1l’officleide, assegnando il vero basso all’officleide forse non è senza merito di biasimo. Il timbro de’ tromboni cosi rilevato e dominante è ben diverso da quello dell’officleide, ond’io credo sia meglio far