Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
- 25 - |
GAZZETTA MUSICALE | ||
N. 7 |
DOMENICA |
DI MILANO |
J. J. Rousseau.
ERRATA CORRIGE
Nelle prime tre righe della terza colonna della seconda
facciata di alcune copie del foglio N. 6 di questo giornale
occorse una trasposizione di parole che ne rende non intelligibile
il senso e correggasi come segue l’intero periodo:
«Ed ecco quindi due affatto diverse specie di concorrenti
alla palma teatrale affacciarsi all’allettante arringo,
ed impegnami tra essi una gara che ben di rado e come
or vedremo, è vinta dai più degni».
RASSEGNA
DI OPERE STROMENTALI
Composizioni Musicali di Antonio BAZZINI.
Ne interessa avvertire che in un
nostro articolo inserito nello
scorso N. 6 di questa Gazzetta
ed intestato Allegria-Valtz di
Carlo Pensotti, corse un errore
di stampa che sebbene sembri di lieve momento,
nulladimeno cangia affatto il senso
di quanto da noi s'intendeva di dire. L’errore
sta in una virgola che alla linea terza
del suddetto articolo precede la parola
principalmente in luogo di susseguitarla.
E perciò invece di leggere che l'Italia si
trova tanto al di sotto dell’Alemagna, principalmente
nella musica alla danza destinata, il che alludesi alla di lei inferiorità anche al confronto pure d'altre nazioni, ma soltanto nelle sue composizioni di ballo.
Se non che, nel mentre facciamo questa
dichiarazione ad oggetto di dimostrarci sinceri
e caldi sostenitori dell’onore della musica
italiana, ci duole pur entrare in un
argomento che ben poco di lieto e di confortante
ci porge da trattare. Ed è che
venendo a parlare d’un distintissimo artista
esecutore ed abile compositore, quale
si è Antonio Bazzini, non possiamo far a
meno di gettare uno sguardo sullo stato
attuale della musica istromentale in Italia.
Egli pare che tra noi siasi da alcuni anni
dimenticato del tutto questo genere di
musica, che pure per lo addietro ci faceva; gareggiare coi più apprezzati scrittori stranieri,
e che tanto splendidamente si presta
alle più nobili ispirazioni e a’ voli più arditi
della fantasia. In giornata ogni suonatore
di qualche istrumento il qual si reputi menomamente
distinto, si fa un obbligo di scrivere e dar alla stampa, ma ci si dica di grazia quanti e quali sono i componimenti di questo genere in cui non si manifesti
la tendenza al mero effetto momentaneo,
e non sia al tutto trascurato per non dir
peggio il decoro e l’incremento dell’arte?
Trovato che siasi alla bell’e meglio il modo
di far brillare il più possibile i mezzi dello
stromento, tutto è fatto; e perciò ogni
composizione moderna si divide in due generi,
l’uno vecchissimo, anzi rancido che
si è quello del Tema con Variazioni, l’altro
esso pure già sentilo a sazietà e falso
nella sua massima, vogliam dire quello
delle Fantasie, le quali in fin de’ conti non
sono che quel genere di composizioni, cui
con molta maggior modestia 1 nostri buoni
predecessori chiamavano Pots-Pourris.
E ciò che ne pare maggiormente condannabile
si è che non per mancanza di
talento e dottrina, ma solo per ignavia e pel
basso desiderio di secondare il gusto degli
orecchianti od orecchiuti, molti dei nostri
istrumentisti abbandonano la grande e retta
scuola per dedicarsi a un genere si frivolo,
e che per conseguenza non avrà neppure
la vita de’ loro autori. Egli è giusto però
eccettuare, parlando di musica di pianoforte,
alcuno dei lavori di Fanna e Dòhler,
nei quali la scienza del primo e l’eleganza
del secondo sono da pregiarsi conte due
incontrastabili glorie italiane; ma nel restante
davvero noi non sapremmo indicare
alcuna produzione che non sia a confondersi
coi soliti ghirigori dei così detti Concertisti.
Solo a parer nostro pieno di genio e
di belle speranze presentasi nell’arringo
Antonio Bazzini, il quale ha già ottenuto
il plauso di tutta l’Italia superiore colle meraviglie
del suo violino.
Oltre le molte fantasie inedite da lui
composte su parecchie delle Opere in moda
e che egli eseguisce in ogni suo pubblico
esperimento, egli ha già scritti e pubblicati
tre suoi lavori istromentali (I), e sono:
1.° Adagio, Variazioni e Finale sopra
un tema di Bellini per violino con accompagnamento
di violino, viola e violoncello
o di pianoforte.
2.° Capriccio di bravura per violino con
accompagnamento di pianoforte.
3.° Gran Duetto Concertante per pianoforte.
e violino.
Dalla prima alla terza di queste sue Opere
noi crediamo trascorra l’intervallo di circa
quattr’anni. E però notabilissima e diremmo
quasi sorprendente la differenza di stile
die passa dal primo al secondo, e dal secondo
al terzo di questi tre lavori; com’è
pure ad osservarsi la piena di sempre nuove
idee, le quali per la medesima loro ridondanza
(nell’ultimo pezzo principalmente,
come osserveremo), riescono di danno anziché
di giovamento alla composizione.
Nel primo dei tre pezzi suindicati si addimostra
l’autore affatto principiante, circoscritto, mal’atto a sciogliersi dai lacci
delle viete forme. Esso è un lavoro, come ve
ne ha delle centinaia di consimili; o vogliam
dire è nulla meglio, come appare dal
titolo stesso, che un adagio, un tema di
Bellini, le tre variazioni colle analoghe risorse
violinistiche, la solita variazione sentimentale
in minore, e in fine una Polachetta
originata dal terna principale al modo
che nè più nè meno si usa in simili casi.
Vogliamo anche acconsentire che si ravvisi
in questo pezzo spontaneità di cantilene,
e un fare abbastanza elegante, ma quanto
ad originalità, non ve ne trovate ombra. Per
dir tutto in breve, è un lavoro nel quale
l’autore dà di sè qualche speranza o poco più.
Passiamo al secondo, vale a dire al Capriccio
di bravura. Ed eccoci come già
accennammo in un campo al tutto differente.
Qui ben altra impronta, ben altro
fare; non bisogno di tema altrui; tutta fattura
propria; idee nobili, bene sviluppate,
nuove senza pretesa e ancora improntate
di quel fare italiano che nel terzo pezzo
come or vedremo, si smarrisce pressoché del
lutto.
Ma per ora esaminiamo un po’ più paratamente
questo Capriccio; che riguardato
sotto l’aspetto della fattura e dell’effetto,
vuoisi giudicare senza dubbio superiore a
tutta l’altra musica di questo autore.
Apresi XAndante primo tempo di questo
pezzo con nobilissima cantilena in re
maggiore in 5 e A la quale vien subito
dopo ripetuta all’ottava interiore sulla quarta
corda con molto bell’effetto. Poi ingegnosamente
ritardandone la cadenza con dolcissima
transizione si abbandona ad una
nuova melodia a doppia corda nella quale
si offre la miglior fusione di canto e passione,
che con nuove modulazioni ed un
assai ben inteso incalzando e rinforzando
passa al modo di fa naturale, e da questo
a poco a poco si rimette con serena larghezza
di frasi sempre animate e piene
d’accento, e si riposa sul la-, qui pure fa
sentire una nuova placidissima cantilena
bene vestila da un tremolo sottopostovi
che con bell'artifizio imita l’effetto di più
violini. Dato termine a quest’ultimo melodia,
egli armonizza il la con settima e s’apparecchia
a cadere di nuovo in re nel
tempo brillante a 2 e A che segue. Come
(1) Tutte le Opere di Bazzini tanto istrumentali come
vocali trovansi pubblicate dal Ricordi.