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di fare sul conto de’ nostri collaboratori, potreste anche risparmiarvene la pena. Che bisogno c’è che vi stuzzichiate il cerebro per immaginare se siamo o non siamo maestri provetti, contrappuntisti sapienti, o checché altro di simile? Procurate di ponderare bene il maggior o minor valore de’ nostri scritti e se ci trovate in fallo, abbiate la bontà di appuntarcene: ve ne saremo proprio obbligati... Insistiamo su questo punto anche per essere coerenti alla nostra prima nota, nella quale vi abbiamo dichiarato ciò che ora ripetiamo; che cioè siamo pronti ad accettare qualsivoglia polemica musicale, ma delle vuote ciance non ci curiamo. Però tant'è tanto fin qui il vostro articolo polemico non lo abbiamo trovato malaccio, e ci parve anzi dettato con rara bonomia Ma più innanzi mutate natura: il belato dell’agnello piglia il rauco sibilo dell’angue che vuol morsicare il galantuomo che si incoglie sul suo passo. O spieghiamoci senza figure. Con un piccante miscuglio di frasi, che forse avranno una coerenza arcana, ma di certo non l'hanno patente, voi gentile sig. G. J. Pezzi, vorreste insinuar di nuovo in chi vi legge il dubbio già accennato che noi ci facciamo forti delle opinioni francesi nel gindicare della musica italiana. Ma scusate: avete proprio messo il piede, o, volevamo dire, la penna in fallo. Che diaccine! di cinque o sei soli articoli tradotti dal francese che abbiam dati finora, non meno della metà li producemmo pel desiderio di ingegnarci a confutare il signor Fétis de’ suoi errati giudizii sulle cose musicali d'Italia, e voi chiamate questo un farci forti delle opinioni francesi, ecc? Lasciamo che decidiate voi stesso se la deduzione è in buona e giusta logica! Vi danno poi un gran fastidio le nostre teoriche musicali; ma finché non avrete saputo mostrarcene l’erroneità, permettete che continuiamo a professarle. In ogni caso non c’è bisogno che vi diciamo che un giornale il qual deve vivere di critica è sempre da lodare quando si studia a fondarsi sopra qualche teorica. E ben peggio quando si vuol far da Aristarchi senza saper mostrare di aver principii, nè dottrina, nè altro. I critici non sono mica come i ballerini, i quali, quanto più piroettano in aria e tanto maggiormente sono da applaudire: i critici o d’un modo o dell’altro bisogna pure che abbiano una base a loro giudizii; e questa base che altro ponno essere se non le teorie? Toglietevi dunque in pace, gentilissimo signor estensore del Glissons che la Gazzetta Musicale s’abbia le sue. Chiudiamo questo cenno coll'avvertirvi che tanto esso come la nostra nota di poche righe, cui vi degnaste far risposta con una intera colonna di fitto carattere, non sono del signor A. M. al quale per la più spiccia vi siete rivolto, ma denno attribuirsi alla redazione della Gazzetta Musicale.

POLEMICA. MUSICALE

Intorno ad un Articolo della Fama
CENNO.

In appendice al N. 20 della Fama trovasi un articolo sottoscritto B. ed intitolato Una nuova noce di canto. - Questa intestazione più che lusinghiera per l’arte ne eccitò a leggerlo pieni di speranza anche noi che l’arte musicale, come il signor B. osserva, oltre alle due conosciute specie di voce [di canto (che tre solitamente enumeratisi), voce di petto e falsetto, avesse testé fatto acquisto d’una terza. Ma ci è par doloroso confessare che dopo letto quelle tre colonne nulla che abbia l’apparenza di nuovo ci venne fatto di riscontrare. Vi si accenna una Memoria della quale non si nomina l’autore o gli autori, e che pare essere stata pubblicata, non si sa quando, oltremonte, se dobbiamo arguirlo da alcune annotazioni francesi, e da altri termini, come sarebbero quello di bianca che in Francia viene applicato bensì alla voce naturale degli uomini non modificata dall’arte, ma che in Italia non adoperasi che a distintivo delle voci di donna. Fino a che l’autore di quell’articolo non vorrà esserci gentile d’un maggiore dilucidamento, noi abbiamo tutte le ragioni di ritenere pur troppo che questa nuova supposta voce di canto non sia altro che quella modificazione di voce di assai antica data, e che se non c‘inganniamo, in Italia dacché si canta fu sempre in uso, ed è dal sig. Garcia, nella sua Scuola di Canto pubblicata ultimamente dal Ricordi, accennata col nome di timbro chiuso, e definita a perfezione ed assai più chiaramente che non fanno codesti anonimi autori deila Memoria in discorso (1). Il qual timbro o metallo di voce non sarebbe che quello che tuttodì sentiamo da pressoché tutti i nostri cantanti del giorno, come a dire dalla Marini, dalla Frezzolini, dalla Brambilla, da Donzelli, Salvatori, Forlotti, Fornasari, ecc., ecc. - La Memoria della quale il sig. B. fa cenno nel suo articoletto della Fama sarebbe ella dei signori Diday e Petrequin? Non lo crediamo; perché in questa, a quanto ne vien detto, lungi dal far le meraviglie sulle novità del suono vocale non si tesse che uno studio fisiologico della voix sombrée. Per amore dell’arte eccitiamo di nuovo il signor B. ad una più chiara e precisa indicazione di quanto egli lesse e di quanto egli opina su questo particolare.

A. M.

(i) Veggasi a maggiore schiarimento la Scuola di canto di Garcia. Parte l, edizione Ricordi, pag. XVII colonna 2.a., pag. XVIII colonna $.a, pag. XIX colonna 4.a e pag. 7 colonna 1.a e 2.a.

CARTEGGIO

Signor Estensore preyiatiss. Non avrei mai creduto di trovarmi cosi ingannata nella mia aspettazione associandomi alla vostra Gazici tu musicale. lo credeva clic voi vi disponeste a tratture deiia musica dal luto del diletto e non da quello de’ rigidi insegnamenti clic é già più di un secoio clic sono posti in derisione da tutte le persone di buon senso: e certo poi io in’aspettava clic i pezzi di musica che la Gazzetta dispensa, c che devono formare l’Antologia classica musicale, fossero scelti dalle migliori moderne Opere teatrali italiane. Ma che? i vostri articoli si aggirano tutti sopra la composizione, sulla istruinentazione, sulla storia della musica di trecento anni fa, e ancora sulle Opere di autori tedeschi e francesi di nomi strani c scabri ed a me all’atto ignoti. Ecco come la Gazzétta non fa per me ual lato della lettura. Questo porterei in pazienza, perchè il leggere non fu mai il mio maggior diletto; ina trovarmi delusa anche nei pezzi deYAntologia, credetemi, mi e cosa dura a sopportare, e non ho potuto fare a meno di farvene sentire il mio risentimento con questa lettera. Tre pezzi si sono già pubblicati di questa Antologia. 11 primo è il quartettino dello Slabat di Rossini, non per altro, a mio credere, pregevole che per essere adesso di moda. Il secondo è una rancida aria di un certo maestro Gluck che mi dite scritta già un secolo fa. Signor estensore, ditemi in coniidenza, ci burlate voi? o sarebbe la vostra Antologia intesa a rendere l’onore della stampa a’ quei pezzi che i tempi nostri musicalmente illuminati destinano a servir manoscritti al dettaglio de’pescivendoli? Badate bene di non portar carestia in questi mezzi destinati a servire ad un commercio tanto necessario. Ma non contenti di applicarci unito al N. 9 della Gazzetta questo cerotto, che lo avete accompagnato con uno sperticato panegirico di quel povero vostro signor Gluck, che certo non si sarebbe mai creduto di essere dissotterrato a’ tempi della Nonna, della Lucia, della Vestale, della Saffo, e del Guglielmo Teli? Volete fare un’Antologia classica: e non sono classiche per voi le Opere moderne? Io vedo che voi volete darci un’Antologia rancida, e gotica per eccellenza, e questa, vi dico francamente che non fa per me. Sento che ci state preparando per un quarto pezzo dell’unlologia una scena di Paisiello: signor estensore, io ini chiamo da voi ingannata, c vi protesto fin da questo momento che, se non cambiate stile, oppure con ragioni che mi persuadano non mi convincete, spirata l’epoca del mio obbligo, io non intendo di essere più associata a Gazzette musicali, né ad Antologie classiche di questo genere. Perdonate ecc.

10 Marzo 1842.

La vostra associata IV. N RISPOSTA Signora Non meno che i lusinghieri encomii di varii dotti mu-! sitanti italiani e stranieri, e le congratulazioni di molti! eruditi amatori cd intelligènti, questa nostra Gazzetta j ha ricevuto con molta soddisfazione gli acerbi rimproveri in che ella prorompe contro di noi nella sua lettera del 4 corrente. Le accertiamo che se le parole di lode ci sono state di consolazione e conforto, i suoi rimproveri ci sono stati un vero trionfo. In questo incontro ci siamo con soddisfazione avveduti di avere ottenuto uno dei fini essenziali che sono lo scopo nostro principale. Ed in vero, giunti che noi siamo a far dispiacere a chi non è amante (come ella stessa si qualifica ) della sana lettura delle cose musicali, e della ragionata storia dcll’arte, e delle indispensabili teoriche, c savii insegnamenti, noi ci stimiamo aver fatto piacere a quella classe più ragguardevole di esperti professori e di eruditi amascientilici, da’quali ogni vero c non corrotto diletto procede. Se a lei non piace che la storia del melodramma debba imprendersi dalla sua origine, piace però a chi ama di conoscere tutte le vicende del! arte ne’ diversi tempi, e d istruirsi col mezzo di ragguagliarne tutti i suoi andamenti di progresso, e piace a chi desidera che le letterarie e artistiche speculazioni sieno piuttosto ragionate che frivole, piuttosto fondate che illusorie, c piuttosto ben profittevoli a’ lettori clic solo soddisfacenti la vana curiosità. Se le teoriche musicali l’annoiano, se il trattare della composizione c della istromentazione non le interessa, deve però credere che questo importa molto ai maestri, c ai diligenti studiosi della composizione, al cui comodo ed utile è ancora intesa la Gazzetta a prestare una conveniente lettura ne’ suoi articoli. Che se poi ella e amante esclusivamente del giornalismo teatrale alla moda, perchè ha voluto onorarci del suo nome nel catalogo degli associati alla Gazzetta, la quale fin col suo mamtesto si dichiarò avversa al moderno stile della più parte de’giornali di teatro pieni di sonore nullità e di chimeriche adulazioni? Le mancano forse mezzi di pascere la sua curiosità in questo genere di letture? Ma VAntologia classica c quella che più la fa disperare. Sappia però che la Gazzetta non intende di escludere dall Antologia i pezzi di ogni genere de’ primarii compositori moderni, massimamente italiani, ma che essa nel pari è ferma nella dc.iberazione di produrne ancora gli antichi e stranieri che possono servire a far ricredenti alcuni delle false opinioni che hanno dell’arte de’tempi passati, e che possono contribuire a rendere la musica presso gli italiani fornita di que’ pregi scientifici clic la tacciano un giorno supcriore in ogni parte a quella di tutte le altre nazioni, come (in ora non lo è stata che nel canto e nella melodia. L’aria di Gluck, che ella tanto deride tu sempre strinala dai veri intelligenti un eccellente modello drammatico-tìiusicale, e quanto si è detto nell articolo del N. 9 della Gazzetta sopra questo inaia viglioso compositore dovrebbe aver prodotto in lei l’effetto di convincimento die ha in molti altri de’nostri oppositori operato. Ma la lettura non fu mai il suo maggior diletto, e crediamo che ella punto non si sarà curata di leggere quell articolo. In ultimo sappia che nostra intenzione non è di soddisfare coll’Antologia il desiderio di tutti, che suole essere proporzionato alle facoltà di ciascuno, clic è quanto a dire che per esempio; i suonatori di violino vorrebbero un’Antologia di pezzi a violino, i cantanti la vorrebbero di pezzi cantabili, i pianisti di pezzi a pianoforte, e i dilettanti di canto, come ella è la vorrebbero per avventura di romanze, notturni, e di pezzi da camera. ISel dare la nostra Antologia noi concilieremo al possibile.queste esigenze colla importanza artistica delle composizioni clic si daranno, c col fine principale a che la Gazzetta e l’Antologia sono instituite. fcc ella e per risolversi a darsi a’ studii musicali più seni e importanti noi speriamo che arriverà ad apprezzare ì nostri principii di critica musicale, c la suonala di Beethoven in do diesis minore più non le parrà un sonnifero; e anzi desidererà che VAntologia più s’attenga al grave passato che al leggiero moderno; e proseguirà con soddisfazione a far parte del numero de* nostri associati. Se poi le piacerà di occuparsi della musica per ozioso passatempo, non d’altro curandosi che del meschino piacere di ripetere a casa ciò che ha ascoltato al teatro, ahora la Gazzetta poco si troverà aver perduto cancellando il suo nome dall elenco de’sodi; essendo noi più contenti del voto, e della approvazione di pochi e veri amatori dell’arte, che dell’assenso della moltitudine del volgare dilettantismo, il cui numero se ci verrà fatto di diiuinuire, o ricredere coll’influsso deile nostre màssime, ci crederemo avere ottenuto in gran parte lo scopo che ci proponiamo per beneficio c miglioramento dell’arte. Piacciale ecc. NOTIZIE VARIE STRANIERE. Viksn.1. — Diversi amatori ed artisti riuniti nell’elegante Saioue dei signor Streichcr, rinomato fabbricatore di pianoforti, hanno recentemente eseguito lo Stabili di Rossini clic produsse una grande sensazione. Marsiglia. — Quivi Thalberg fccesi sentire martedì 8 marzo, eccitando un entusiasmo impossibile a descriversi: gli si fece un’ovazione, una vera ovazione d’artista. Thalberg si fermerà a Lione per darvi un’accademia, poi verso la [ine del mese sarà a Parigi. Burlino. — L’intendenza de’teatri regi di quella capitale, uniformandosi al desiderio manifestato dal ministro dell’interno, di v edere eseguiti di tempo in tempo sul teatro deila Grand’e-Opera dei capolavori antichi, ha fatto porre nel repertorio di quel teatro le sei Opere seguenti: Arminio di Hasse; Arianna di I-Iaendcl; Proserpina cd Alceste di Lulli; Cujo Mario di Jommelii e la Principessa fedele di Scarlatti. — Arila sola Italia i capolavori antichi saranno sempre obbliati? e noi non applaudiremo clic alla musica di moda f ERRATA CORRIGE. Inostri lettori, sono avvertiti di un errore m die siamo incorsi nel passato foglio: in una nota, all articolo Bibliografia musicale abbiamo detto che Rossini diede la Bianca e Fallerò dopo la Semiramide, mentre in vece la Semiramide fu da lui scritta dopo la Bianca e Fuliero. GIOVATIVI RICORRI EDITORE-PROPRIETARIO. lisiSE I. 15. StsilùSianesit® SaaioBBale Prh jlegiato «li Calcografìa, Copisteria e Tipografìa Musicale di GIOVATOVI RICORRI. Contraila degli Omen o ni,Y, 173.