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BIBLIOGRAFIA MUSICALE. Biuove ©pere per pianoforte di JF. Ralkbrenker edite «Sa Ricor«li. Se non può negarsi che i pianisti della giornata, perfezionando le parti meccaniche dellarte, hanno dato maggior sonorità, forza e varietà al loro istrumcnto, non si può nè meno dissimulare che l’invenzione eia condotta nelle composizioni presso di essi in questi ultimi anni non han fatto alcun progresso, le variazioni e i polpourri sopra motivi favoriti, altrimenti denominati capricci, o di lenimenti, o più spesso fantasie essendo l’àncora a cui senza scrupoli con riprovevole facilità quasi di continuo si attaccano i compositori per pianoforte ora prediletti dal dilettantismo e dal pubblico, i quali ( tranne ben poche eccezioni ) sembrano paventare di cimentarsi ^ concepire le sonate, i concerti e le vere fantasie. Anche Kalkbrenner, l’illustre continuatore della scuola di Hummel, strascinato dall’impulso della moda, non ha potuto esimersi dal pubblicare varie Opere appartenenti al predetto effimero genere, per le quali il rispettabile di lui nome certamente non ebbe ad acquistare maggior lustro. Infatti uno che si faccia ad esaminare - Souvenirs des Diamans de la Couronne; 3 Fantaisies de Salon - e Fantaisie sur le Guitarrero - vi riscontrerà de’ periodi aggradcvoli per correzione c scorrevolezza, di passi c di portamenti (ciò che non può mai mancare in un lavoro di Kalkbrenner ) sviluppati in modo ben diverso di quello ch’egli usò ne’ migliori suoi componimenti. Nell’isc/io, scritto per VAlbum di Beethoven, nulla trovasi che possa giustiiìcare quel caratteristico titolo; è uno Scherzo come qualunque altro del suo autore, il quale pare averlo composto in tempo di sua giovanezza. Maggior successo degli or citati pezzi di media dillicoltà, senza dubbio è riservato alla - Grande Fantaisie sur le cor des Alpes - in cui devon riuscire di non comune interesse, oltre il patetico tema di Proch, l’elegante e pomposa seconda variazione ed il rondò, ove il sonatore senza troppo affaticarsi s’acquislcrà i caldi suffragi di chi lo sente. / sospiri delVarpa Eolia, consistono in una romanza cd in un notturno atti a suscitare le più dolci sensazioni nelle anime sensibili. La melodia della deliziosa romanza non può esser più soavemente penetrante; ed a questo pezzettino non mancano che parole esprimenti un affettuoso sentimento. 11 notturno poi è marcato a tre righe e può eseguirsi tanto a tre mani, quanto a due con accompagnamento di violino, o flauto, o clarinetto, od anche violoncello. Kalkbrenner però a differenza deila maggior parte dei pianisti moderni, ad alcune produzioni meno plausibili o di poca entità saviamente suole far succedere delle Opere di alta portata, in cui elette inspirazioni sono congiunte al gusto il più delicato e al saper il più profondo. Nuova prova ne sia il Grande Trio per pianoforte, violino e violoncello ( Op. 449 ) nello scorso anno pubblicato e che in Germania c Francia ebbe già tanti ammiratori. - Questo trio, in la >, comincia con un allegro moderato a tempo comune, nel quale il pianoforte tosto propone un’espressiva cantilena,che il violino poco dopo ripete c quindi intervenendo il violoncello gli istromenti si rimandano o connettono delle frasi, de’ passaggi e delle imitazioni altrettanto d’effetto che magistrali, ciò che addoppio si ammira nell’intermezzo in sol fra la prima e la seconda parte di questo primo tempo, nel quale il pianoforte predomina alquanto sugli altri istromenti, massime nelle due ultime pagine, in cui le idee principali vengono variate con brio e vaghezza. - L* animalo movimento del minuetto in la [>, rende più gradito il trio posto nel tuono della quinta inferiore (?*e ) ), in stile legalo, di un appassionata melodia c di modulazioni enarmoniche ben tratteggiate. - 11 violoncello e poi alla quinta battuta il violino aprono la successiva romanza in do, ove è specialmente da notarsi la ripetizione del melodico tema intrecciato fra i due istromenti a guisa di duo con accompagnamento sotto voce di graduati arpeggi del pianoforte. - Nel rondò, allegretto a 3 e 8 pure in la [>, il ritmo n ò franco e vivace; le tre parti sono fra loro con artifizio e chiarezza collegato, e tutti gli strumenti figurano, per cui difficilmente si troverà chi voglia tacciare il motivo di poca novità e distinzione. Questo trio, che può aggradire sì nelle numerose società, che fra un crocchio di intelligenti, è il quinto di Kalkbrenner e per l’incremento dell’arte speriamo che non sarà l’ultimo di questo autore, in singoiar guisa benemerito agli studiosi del pianoforte. SoMreùìir de ita VcstaSe de JfMeren» eSfamte Cr. JL. etite® S5£eor«fii. In uno de’passati giorni abbiamo sentito, insieme ad alcuni lodevoli Studj di Gambini, de’quali brevemente parlammo nel N. 6 di questa Gazzetta, la recente sua fantasia sopra temi della Testale-, composizione che verrebbe ricercata da’ più sicuri dilettanti di pianoforte, se invece del modesto nome di un italiano, la cui fama appena varcò i confini di Genova sua patria, sul frontispizio di essa si leggesse quello di un Thalberg: tanto il Gambini imitò quel pianista tipo nel contesto e ne’dettaglj del difficile e brillante suo pezzo. Noi con questa espressione crediamo fare il più bell’elogio a Gambini e ad un tempo istesso una giusta e moderata critica. Egli non ha bisogno di uniformarsi servilmente a’ modi altrui per quanto questi siano generafmente adottati ed applauditi; e perciò deve cercare di crearsi uno stile proprio, schivo il più che sia possibile da soverchia complicazione e che possa pregiarsi anche per purgata fattura. Le Opere da lui già rese di pubblica ragione ci porgono fondate lusinghe di attendere, che oltre Dhòler, l’Italia abbia in Gambini un nuovo autore i cui lavori possano esser conosciuti ed apprezzati da’ cultori del pianoforte in oltremonte. Del bolognese Golmelfi abbiamo già fatto un ugual voto. Tre pezzi per pianoforte di A. ©e RoaattsRS. Milano, presso danti. Fra noi non crasi ancora pubblicata alcuna Opera di Antonio De Kontski, giovine polacco allievo del Conservatorio di Varsavia, ed appartenente a quella famiglia d’artisti che per più anni eccitò l’ammirazione dell’Europa Settentrionale; e perciò devesi lodare chi ebbe il pensiero di far conoscere pel primo a’ nostri bravi dilettanti e maestri le composizioni per pianoforte di quell’autore, che ora vien festeggiato a Parigi eseguendo egli stesso le opere che l’editore Canti reimpresse, cioè variazioni sopra un duetto della Norma, Fantasia sulla Lucia ed altra Grande Fantasia sopra la romanza, il duetto ed il coro del prologo della Lucrezia Borgia. Questo ultimo pezzo, il cinquantesimo di Kontski, viene da noi preferito siccome più grandioso degli altri due, che pure sono d’cflètto. Non credasi però clic la maniera del nuovo autore sia originale: anche De Kontski è un fortunato imitatore di Thalberg. I. C. li© STARAT MAXEB «li Possisi, «lato a Bologna. (Estratto da una lettera del 2i corrente). a Qui non si è mai assistilo ad una solennità musicale più bella, più imponente e che abbia più profondamente scosso gli uditori, di quella delfesecuzione dello Stabat Mater di Russilii, udita nelle sere 18, 49, e-20 correnté nella gran sala dell’Archiginnasio, che non bastò a contenere la moltitudine di persone ansiose di bearsi de’ nuovi concepimenti rossiniani. E inutile l’accennare di quali strepitose prove di ammirazione e di entusiasmo fosse oggetto il Lione musicale, che parve risvegliarsi dopo un sonno di tredici anni, e che tutto modesto nella sua gloria non volle mostrarsi all’esultante pubblico che con inusitate acclamazioni insisteva per vederlo, onde fu d’uopo che Donizetti, al quale il sommo de’compositori erasi compiaciuto affidare la direziono del nuovo suo capolavoro, comparisse a dire che era assente. Anche nella pubblica via, davanti alla casa del creatore di Teli, in ognuna delle tre sere vi fu gran schiamazzc/ecc. ecc... «11 totale introito ammontante a più di dieci mila franchi, fu destinato a formare una cassa di sovvenzione per coloro che datisi alle cose musicali si trovassero in bisogno} e di questa bell’opera filantropica fu promotore l’istesso Rossini. 66 L’esecuzione dello Stabat tanto nelle sue parti, come nell’insieme non poteva riuscir migliore, e malagevole sarebbe il dire quali de’ dieci pezzi producesse una più forte sensazione. L’introduzione, Xeja Mater, il successivo quartetto (preso in un tempo quasi la metà più adagio di quello marcato nell’edizione con accompagnamento di pianoforte ) e l’altro quartettino a voci sole, deliziosamente commossero per il predominante sentimento religioso che in pieno non avrebbe potuto esser più patetico, celestiale e maestoso. La fuga dagli intelligenti fu considerata degna di coronare la bell’opera di Rossini. Il tenore Ivanoff nel suo a solo sorprese} il Conte Pompeo Belgiojoso, il primo fra i dilettanti di canto d Italia, come giustamente già si asserì nella vostra Gazze/la.rapi tutti gli astanti pel raro talento con cui eseguì il versetto - prò peccatisi - la brava dilettante Clementina Degli Antoni rese con molta bravura la sua cavatina, e Miss Clara Novello nella grande aria s’innalzò all’elevatezza della divina composizione. ì sessantadue suonatori d’orchestra, diretti dal Manetti, e gli ottanta sette coristi, tra i quali noveravansi non pochi dilettanti, gareggiarono co’ principali esecu- | tori nell’interpretare le inspirate note dello i Stabat, la cui istromentazione è una meraviglia, della quale non può formarsi una idea senza averla sentita. 66 Ora Rossini spingerà più oltre le sue escursioni nel genere sacro? Ci rimettiamo al suo insuperato genio». Abbiamo riprodotta questa lettera tal quale ci pervenne. Se v* ha caso in cui le espressioni enfatiche possano essere perdonate esso è quello di certo in cui, in un foglio dedicato in Italia all’Arte musicale, si parli di Rossini. NOTIZIE VARIE STRANIERE. Parigi. - Rivista de’ concerti. - Concerto di ChopinLiszt e Thalberg eccitano de’violenti trasporti; Chopin a nch’esso ne produce, ma di un genere meno energico, meno abbagliante, a motivo ch’egli nel cuore fa vibrare delle corde più intime e delle emozioni più dolci. Il primo imperiosamente fassi ammirare; il secondo incanta colla imponente chiarezza; Chopin promove delle sensazioni che hanno un non so che di più concentrato, di più misterioso e di meno espansivo, ma non’sono però meno deliziose. Le composizioni di questo raro artista hanno tutte fra loro una certa qual rassomiglianza di forme; il pensiero solo varia. Poeta e sopra tutto poeta tenero, Chopin ha per iscopo di far dominare la poesia: eseguisce delle prodigiose difficoltà, ma giammai a danno della sua melodia che aggirasi sempre chiara e possente, eziandio fra il continuo succedersi di modulazioni le più ricercate. Nella sua accademia nelle sale del signor Pleyel, eseguì tre mazurche, genere di musica nazionale eli’ egli si appropriò, facendosi notare siccome tipo; tre studj del suo secondo libro; un preludio, un impromptu, quattro notturni ( fra cui l’incantevole in re bemolle cd il quattordicesimo ) ed in fine la terza ballata, una delle più belle composizioni di Chopin. Nel felice intreccio de’ periodi di quel pezzo altrettanto armonioso che cantabile, regna un caldo sentimento ed una straordinaria vitalità. — Michel Angelo Russo, pianista napoletano che non tocca ancora l’età di dodici anni, col talento e col fare inspirato come lo era Paganini, nella sua accademia eseguì alcuni difficili pezzi di Thalberg e di sua composizione con precisione, nettezza e facilità prodigiosa, interpretando inoltre le melodie con espressione veramente superiore alla sua età. — Il nome di Emilio Pruderti, allievo del Conservatorio di Parigi, pe’mirabili saggi in questo inverno dati della straordinaria sua valentia, fu ad un tratto proclamato degno di esser annoverato fra quelli delle tre o quattro sommità pianistiche del giorno. Egli non si mostrò meno notevole nell’esecuzione, che nella qualità di compositore. Le sue fantasie sul tremolo di Beethoven, sulla Lucia e sul Guglielmo Teli, ed i suoi studj contengono delle cose moilo belle, quand’anche non troppo originali. — C. A. Frank nel suo concerto suonò un pianoforte della rinomata fabbrica di Pape a otto ottave. Noi annunciamo questo fatto, sebbene non siamo inclinati per le innovazioni che non servono a nulla. — In quella capitale non crasi ancor sentito un contrabbassista che al pari del viennese Hindle si fosse cattivato i pubblici suffragi, sul colossale istromcnto sospirando l’elegia e la romanza, brontolando le più astruse variazioni, ed uguagliando la dolcezza del flauto per la soavità de’ suoni armonici. Salisburgo. — Domenica 6 corrente cessò di vivere in questa città nell’età di 77 anni la vedova del celebre Mozart, Costanza Weber, ch’era passata a seconde nozze col consigliere danese Nissen. NOTIZIE ITALIANE. — Napoli. Accademia di musica nel Reale Albergo dei poveri. In quel saggio filarmonico vocale e strumentale a varj brillanti pezzi erano frammisti il VII, e X Salmo di Marcello eseguiti da 450 alunni, un coro delia Creazione di Haydn, un coro di donne ed un finale degli Ugonotti. Per intermezzo fu richiesto il maestro Mercadantc scrivere sopra una gran tabella una parte di canto da cantarsi all’improvviso dagli alunni e invitato un alto ed intelligente personaggio prescrisse che fosse in quattro parti reali. Tutti gli alunni la lessero e la cantarono con tal colorito e buon accordo, che sarebbesi detto averla già maturamente concertata. Gli applausi conceduti a ciascun pezzo, a questa furono clamorosissimi e si volle la replica. Si eseguirono inoltre la sinfonia deYAssedio di Corinto ed un’altra di I/erold. - La nominata musica, a chi comprende, non è da fanciulli, e pure fu da’ fanciulli eseguita in modo che parea venire da uomini provetti nell’arte. Tutti restarono meravigliatissimi, paghi e commossi; e venne naturale la considerazione che esseri orfani od infelici, si son fatti strumenti di utilità, di emulazione, e di gioja alle popolazioni. GIOVAMI RICORDI EDITORE-PROPRIETARIO. Siali’ I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato «li Cfòie®gs*afia, Copisteria e Tipografia Musicale «li GIOVAXAI RICORDI* Contrada degli Om&ioni N* 4720.