Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/112

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Eg) Il paragrafo ottavo ci presenta una breve ^ istoria di quella forma di canto in arnioS nia conosciuta sotto la denominazione di Ìj falso-bordone, ed è qui ove il N. A. prende O a confutare vari scritti pubblicali in alcuni fioritali francesi circa la musica in falsoordone eseguita ultimamente.in Parigi nei funerali del Duca d’Orleans, validamente combattendo alcune immoderate espressioni usate dal sig. Didrou contro la capitale del mondo cattolico. L’ultimo paragrafo di questa prima parte si ristringe ad accennare come nei giorni i più solenni possa al canto gregoriano surrogarsi il canto fermo a più voci, ovvero a maggior pompa delle sacre funzioni adoperarsi la musica concertante con l’organo. Un quadro dello stato attuale della musica da chiesa, nella città di Roma, più particolarmente ci offre delle interessanti curiosità istoriche, ed è con questo che si incomincia la seconda parte dell’opera e se ne esaurisce il primo paragrafo, esponendosi nel secondo tutti quei danni spirituali clie dalla musica leggiera e profana introdotta nei templi ne deriva. Nel paragrafo terzo, si sottopone ad esame se la musica strumentale possa convenire alla chiesa, e dietro l’autorità di varii pontelici e di alcuni vescovi, fra i quali san Carlo Borromeo arcivescovo di Milano, il nòstro autore opina esser meglio il non ammetter nella celebrazione dei sacri riti strumenti di sorta, dall’organo in fuori. Gli strumenti dell’orchestra, secondo la di lui opinione, dovrebbonsi soltanto praticare negli oratorii, che potrebbonsi più spesso riprodurre affine di indennizzare gli strumentisti di quelle perdite di lucro che essi verrebbero a soffrire quando si sopprimesse l’uso degli strumenti nelle funzioni ecclesiastiche. Alcuni precetti, ed ammonizioni sulle maniere di contenersi nel compor musica sacra vengono esposte al paragrafo quarto, ed al quinto, si indica il j luogo più opportuno per situar le cantoj rie nelle chiese, e distesamente si parla intorno la decenza e la maniera con che vi si dovrebbero eseguire le musiche. Quindi, nel susseguente paragrafo sesto, si propongono alcuni provvedimenti per mezzo dei quali sperar si potrebbe di giungere a por fiqe ai mostruosi inconvenienti a cui oggi in Italia va soggetta la musica sacra, e dopo esternato il suo parere circa le musiche strumentali che talora soglionsi eseguire nelle prime ore della notte fuori delle chiese, nella ricorrenza di alcune feste di santi, con un epilogo e conclusione il N. A. dà compimento ai paragrafo settimo, e con quello à tutta l’opera. Considerando le condizioni dei tempi che corrono, e le tante circostanze che favoriscono i controsensi e gli abusi già inveterati nella musica ecclesiastica, si potrà facilmente càdere in dubbio sulla efficacia degli scritti per promuovere e portare a compimento una completa riforma di.questo ramo dell’arte musicale. Ma in quanto all’opera del nostro sacerdote romano già di sopra discorsale forse la non produrrà quel frutto che egli si propone, e che vivamente sarebbe a desiderarsi, altro incontestabil vantaggio certamente ella debbe arrecare ai cultori dell’arte musicale pelle numerose indicazioni, e pei relativi do^ cumenti che vi si riportano, i quali posson servir di guida a coloro che bramano estendere e-profondare gli studii nell’istoria della musica, ed a chi un giorno vorrà assumersi l’alto incarico di compilare una | vera istoria generale e filosofica di que- |! | st’arte maravigliosa. La scienza dell’arte | tutta racchiudesi nell’istoria dell’arte istesI sa, ed è perciò che l’artista giungerà a possedere tanta più sicurezza d’arte quanto più. nell’istoria di quella diffonderà i suoi studii ed estenderà le sue cognizioni. Imperocché le teoriche, le tradizioni scola) stiche ed i precetti tutti che ci guidano j oggi nella pratica, furono già desunti da una analisi più o meno profonda ed accurata delle produzioni dei nostri maggiori, che sono gli essenziali monumenti della storia dell’arte, come la relativa sapienza filosofica non può giustamente fondarsi che su i varii esperimenti dell’arte istessa, i quali costituiscono la materia della narrativa islorica che per rispondere pienamente allo scopo debbe costantemente congiungersi e proceder-di pari passo coll’istoria civile, politica, e religiosa di ogni popolo e di ogni generazione, giacché la musica direttamente émana dai costumi e dallo spirito dei popoli, il quale riceve un assoluto e particolar carattere dalle condizioni civili, politiche e religiose delle varie epoche. Molti vi ebbero che a scrivere istorie musicali si diederp, ma la vera istoria generale e completa di quest’arte la non è ancora comparsa. Il massimo impedimento ne è stato forse la mancanza di esatte e sicure notizie de’ popoli dell’antichità, dei primitivi tempi del cristianesimo, e di alcune epoche del medio evo. come pure Io esser privi la più parte degli scrittori dei tempi.a noi più vicini di sufficienti cognizioni pratiche dell’arte, onde potere abbracciare il vasto complesso, e l’intima collegazione della materia, e cogliere la giusta interpetrazione di quei documenti e di quei relativi antichi scritti fino a noi pervenuti. In quanto alla storia della musica degli antichi popoli orientali, la quale può vivamente interessare la nostra curiosità in parte, ed in parte farci conoscere più esattamente il punto di transizione, e l’anello che la concatena con la nostra, il dotto Adriano De La Fage, il prediletto allievo e l’erede della scienza dell illustre Choron, si occupa oggi indefessamente nelle più accurate ricerche e nei più. profondi studii di questo ramo di cognizioni, ed abbiam quasi certezza di andar soggetti ad un cambiamento di opinione, in quanto alla musica degli antichi Greci specialmente, allorquando egli venga a pubblicare i. risultameli delle sue lunghe fatiche-, giacché, aiutato dalla piena cognizione di quel- I l’antico idioma, dalla pratica dell’arte e da una estesa erudizione, nel prendere in esame tutti gli scritti che ci restano di quell’epoca, gh è avvenuto di rilevarne un senso assai dissimile da quello che già corre dietro le interpretazioni dei molti eruditi che a tali studii si dedicarono nei tre secoli anteriori al nostro. Di ciò ebbi già un saggio allorquando questo dotto artista si degnò comunicarmi un qualche frammento di questi suoi letterari lavori. Ma riguardo alla cristiana, alla attuai musica europea di cui resta ancora a constatare molti fatti e da rintracciare tanti documenti siccome surta in Italia, checché si dica dei Fiamminghi, le notizie ed i documenti da servire all’istoria di quella non possono ritrovarsi che in Italia. Ogni città della penisola ha per la sua parte contribuito all’innalzamento di questo imponente edificio, sicché ogni città deve necessariamente possedere la sua porzione di memorie istoriche, le quali oggi abbisognerebbe.rintracciare, e così non per semplice I boria municipale, come in questo foglio da altri fu detto, ma per offrire alla stoj ria il materiale indispensabile, renderebbesi necessario che in ogni paese italiano uomini vi fossero, che, o celebrando le gesta di quei sommi artisti che onorarono la loro patria, o dedicandosi alla ricerca’, o alla verificazione di avvenimenti musicali accaduti nei luoghi rispettivi, consegnassero alla stampa ciò che gli avvenisse di scuoprire di ignoto, accuratamente indicando le sorgenti onde trassero i documenti, o le notizie dei fatti che si imprendesse a pubblicare, e le colonne di questo foglio periodico non rifiuterebbonsi, io credo, di riceverle in deposito a maggior benefizio di quell’arte a cui esso totalmente I vien dedicato, ed affinchè un qualche va| lente scrittore raccogliendo poi si preziosi |j materiali giungesse a ridurre a compimento j la grand’opera istorica, che dalla repub|j blica musicale riman tuttora a deside" rarsi. Luigi Picchienti. CARTEGGIO. Società accademica per lo studio della in ni H Ica rliiHNÌdi-r/nccudiodi Mtnbitonia, parodia. Pariyi li... Io v’ho accennato in una delie mie ultime lettere, come il principe della Moskowa, animato da un profondo amore pcll’artc musicale, si fosse posto alla testa d’un’istituzionc, o per meglio dire, d’una società, che si prefiggeva di trarre dall’obblio i grandi capolavori della scuola classica, su cui l’incuria del pubblico, e l’impotenza d’esecuzione degli artisti aveano lasciato accumulare la venerabile polvere delle biblioteche. E v’ho pur detto come tosto,al primo invito, i nostri più celebri dilettanti d’ambo i sessi, le notabilità più eminenti per gusto c per aristocrazia, si fossero associate con premura a quest’impresa, che dovea recare degli immensi vantaggi alla musica, c contribuirò a farla risalire a quell’altezza, da cui era decaduta pcgli’ eccessivi traviamenti della moda. Or bene, mio caro, ora vi posso dire clic la società prospera felicemente, che essa ha dato già il suo. terzoconcerto (f ) c che la folla comincia ad invadere quéste sale, clic risuonano di antiche armonie, e clic l’incredibile, per non dire ignorante, superstizione di coloro che nutrivano un santo orrore pclla musica classica, da essi chiamata musica nojosa, va dileguandosi sotto le magnifiche impressioni prodotte dalle sublimi concezioni dell’arte antica. Sì, ve lo ripeto con piacere c con orgoglio, una folla giovane, elegante, amabile, deliziosa, si fa una decisa premura ed una festa di assistere ad accademie’, su’ cui programmi voi non leggete che i severi nomi di Haydn, di Mozart, di Bach, di Beethoven, di Balestrino, di Allegri, ecc., insomma di tutta quella nobile coorte di vecchi maestri, clic avrebbero sdegnalo di prostituire la loro arte alle volubili e meschine esigenze d’un pubblico o troppo leggero o troppo, ignorante. E questa folla, ritornando col pensiero sulle sue passate credenze, rammentando la facilità e la buona fede con cui assentiva ai giudizii di coloro, che incapaci di comprendere la grandiosa magnificenza della musica classica, si contentavano di condannarla, prova dispetto c meraviglia di aver ciecamente rinunziato a godimenti, che non lasciano dietro a sò la nausea, necessaria conseguenza dell’abuso della piccola musica, che invade in un modo sì diabolico tutti i nostri teatri. (1) Nelle notizie dell’ultimo numero abbiamo già (] fatto cenno di questo concerto.