Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/122

Da Wikisource.

raviglia per me l’udir Mercadante a dirmi: «Spero che sarete contento dell orchestra del Conservatorio e del talento dò1 nostri giovani stromentisti; ma per guanto riguarda il canto, trovo molte difficoltà, e la peggio di tutte eli’ è questa che manchiamo di voci». Si manca di voci, si manca di cantanti a Napoli? ma all’incontro si hanno degli stromentisti? si ha una buona orchestra? Davvero che per poco non mi credeva di sognare! e nondimeno, niente di più vero. Avrò occasione di ritornare su questo argomento in altra mia lettera, nella quale esaminerò l’attuale situazione dei Conservatorii di Milano, di Bologna e di Napoli, il sistema d’organizzazione di queste scuole, ciò che esse producono al presente e quello che promettono per l’avvenire. Fétis, padre Direttore del Conservatorio jli Brusscllcs. BIBLIOGRAFIA Cenni sulle opere scientifiche del Iti." Pietro /ttiimomli. Direttore del 11. Conservatorio di Musica in Palermo, ecc., ecc., ecc. No, che non è spento nel nostro italo suolo il seme della scienza musicale, chè anzi qui, ove germogliò, crebbe e diffuse i suoi rami, all’ombra dei quali si assisero coloro che sradicar ne volevano la verdeggiante pianta, più prolifico si diffonde, e d’una nuova benefica luce viene ad irradiare la nostra classica terra, a disinganno di chi ne vorrebbe.contendere la palma. Ecco una novella prova di quanto possa l’ingegno italiano, e se il nomedi Basily chiaro apparisce e fanno ad esso corona i nomi di altri illustri figli di questa fertile terra, fra i quali Santucci e Galli Eugenio W, quello di Pietro Raimondi emerge ed arbitro si asside in mezzo a loro. Si bene a ragione io dissi (quando diedi alla luce i miei cenni storici sulla Musica) che questo insigne maestro era il primo contrappuntista della nostra scuola; ed ora godemi l’animo di vedere ognor più confermata la mia opinione. Il suo ultimo lavoro intitolalo - Nuovo genere di scientifica composizione - è tale che il pone giustamente in sì alto seggio. Benché sia vero che gli antichi nostri maestri tutto percorsero il vasto campo della scienza del contrappunto, tanto che 10 nel rispondere al prelato maestro allorquando accusò i suoi coetanei d’inscienza contrappuntistica, ebbi a dire niun vantaggio poterne ricavare i viventi compositori applicandosi a questo ramo, perchè già esistenti esemplari superiori ad (1) Sul merito di questo maestro c delle sue Opere mi faccio lecito di pubblicare un brano di lettera a me diretta dal prefato signor Itaimondi. Cosi si. esprime 11 celebre contrappuntista. a Con sommo piacere ho ricevuto le bellissime fu» glie del signor Eugenio Galli, e soddisfazione granii dissima mi ha recalo un tale acquisto, ravvisando a in detto lavoro che non è del lutto estinto nella a nostra bella Italia il genero fugalo, onde di vero a cuore mi credo in dovere di fare i miei compiili menti ad un maestro clic sostiene l’onore della noli sira Scuola ormai quasi estinta. Sarei però di scn«.timenlo clic continuando il signor Galli a fare sili mili lavori tralasciasse di eseguirli per il pianoforti te, ma bensì li facesse per le quattro parti con mct«torvi le parole di qualche salmo, ed allora magli giormcn’c potrebbe risaltare il suo lavoro. Ragioii natissimo è il discorso clic il suddetto maestro fa a sul contrappunto, e sommo piacere sento nel vedere a clic combatte con forza la falsa opinione di coloro a clic dicono non essere necessaria la scienza perchè a ammortizza le idee dei giovani studiosi n.... ogni desiderio, conosco ora però di essermi ingannato, e di buon grado mi disdico e soggiungo che il nuovo lavoro di questo gran contrappuntista, non sólo non fu dai suoi antecessori intrapreso, ma neppure immaginato: e di fatti chi poteva mai porsi in mente di combinare in una sola composizione quanto erasi praticato separatamente? Come pensare a riunire alla fuga dei cànoni di tutti i generi, cioè canone per moto retto e per. moto contrario alla seconda, terza, quarta, quinta, sesta, settima ed ottava? Bello si è in oltre il vedere che, mentre la composizione non oltrepassa le otto voci e che la fuga tonale o reale agisce da per sè, di sotto si trovano sempre due canoni, uno alla seconda e l’altro alla terza per mòto contrario, uno alla settima e laltro alla quarta, ecc., ecc., ecc. Si osserva ancora che mentre una fuga si rivolta alla decima, l’altra aggravandosi si rivolta alla dodicesima nello stesso tempo, sia con uno o due soggetti differenti; e si osserva in fine che mentre un coro si rivolta alla decima e le altre quattro voci formano un canto differente, ■ nel rivolto alla dodicesima le suddette quattro voci eseguiscono le note situate nelle stesse caselle come quando cantavano nel rivolto alla decima. Vi si trova di più un piccolo esempio a sedici voci che nel mentre che un coro fa la sua fuga, sotto la stessa vi sono sei canoni differenti, cioè alla seconda, terza, quarta, quinta, sesta ed ottava, non riscontrandosi il canone alla settima per la ragione che ognuno può comprendere. Un simile lavoro meritar dove l’epiteto di mirabile; chè, se meraviglia arreca un oggetto che in sè racchiude molta bontà, bellezza e può dirsi per conseguenza perfetto, altrettanto lo spirilo nostro provar deve diletto ed essere rapito a maggior ammirazione quando gli è dato contemplare gli intellettuali sforzi, ai quali veruna forza d’ingegno non avealo per lo innanzi astretto. E questa, m’è duopo confessarlo, fu appunto la impressione che io ricevei, allorquando il celebre contrappuntista si compiacque, durante il mio soggiorno in Palermo, pormi sott’occhio il suo magnifico lavoro; e ben dolente mi sono di t’ion potere per ora tutte decantare le bellezze che in sè racchiude (chè lungo tempo si vorrebbe a passarle minutamente in rassegna) lo che però mi propongo di fare allorquando il nostro benemerito Ricordi ne avrà fatta la pubblicazione col mezzo dei suoi torchii, la quale io spero il suo celebre autore vorrà corredare d’ogni spiegazione tecnica, affinchè la gioventù studiosa possa approfittarne ed ammirare così ogni artistico segreto. Prima di dar fine a questi cenni sulla Opera di Pietro Raimondi mi è grato potere annunziare al pubblico che il suo Oratorio intitolato - Il Giudizio Finale ha avuto in Palermo la sua prima esecuzione, la quale fu sostenuta da una numerosissima orchestra e da una non indifferente quantità di voci. Quest’altra grandiosa composizione, che racchiude in sè molti cori stupendi di tutti i generi, ed ove del pari si manifesta grandissima la scienza contrappuntistica, ebbe quel successo che giustamente era da aspettarsene. Speriamo che in breve ad altre regioni della nostra Italia sarà, dato ammirare, come avvenne in Palermo, quest’altro lavoro del celebrato contrappuntista, e con esso venir comprovato ai malevoli che gli Italiani furono, è sono sempre - maestri di color che sanno. Lucca, li 98 Giugno 18«. Giovanni Pacini. BIOGRAFIA amni hsfoiocsuo mim Questo celebre fondatore in Germania di una nuova scuola di esecuzione sul pianoforte c di composizione veinbre 1778. A soli’ quattro anni cominciò’ ad apprendere gli elementi di musica da suo padre professore di violino dell’istituto musicale di Warlberg. Avendo l’imperatore Giuseppe II soppresso quello stabilimento, Kummel dovette trasferirsi a Vienna ove Mozart, meravigliato dalla portentosa precocità del fanciullo, -quund’anche avesse una ripugnanza quasi invincibile. a dar lezioni, S’incaricò dell’educazione musicale di lui a condizione però ch’eì seco dimorasse c per tal modo potesse aver agio di sorvegliare continuamente i suoi studj. L’allievo mostrossi degno del sommo maestro, e due anni dopo percorse l’Olanda, l’Inghilterra, la Scozia, la Danimarca e varie città dell’Alcniagna, ovunque eccitando trasporti di ammirazione colla linda c sicura sua maniera di toccare il pianoforte c colle spontanee improvvisazioni; in cui sì di buon’ora già prodigiosamente riusciva. - Egli per la prima volta si produsse in.pubblico in un concerto da Mozart dato a Dresda nei 1787. Ad Edimburgo il piccol pianista pubblicò alcuqc variazioni, sàggio primaticcio del suqjngcgno la cui dedica fu accolta dalla Regina d’Inghilterra.-Sei anni durarono que’viaggi; quindi ritornato a Vienna, si per assecondare il proprio impulsò, conte per obbedire’ al suo genitore che con eccessiva severità incessantemente lo costringeva al lavoro, si applicò col maggior impegno allo.studio della composizione; dal profondo Albrechtsbcrger venne. nel contrappunto, e potè avere il vanto di attignere le più arcane cognizioni scientifiche all’istcssa fonte, alla quale ebbe ricorso Beethoven. Il riputalissimo Salieri amichevolmente gli diede utili consigli di canto c di stile drammatico. Nel 1805 il principe Eslcrhazv offri al giovane Kummel il posto di maestro della’sua cappella; ncll’istessa epoca venne altresì ricercato dal Barone Braun direttore del teatro imperiale; egli accettò le offerte del principe senza rinunciare alle scene. Nel mentre adempiva all’assunto incarico e scriveva per la chiesa varj pezzi, iin dalla bella prima sua messa ottenendo l’approvazione di Haydn, ne’ teatri viennesi produceva la musica di cinque balli, e faceva rappresentare alcune opere c fra le altre la Matilde di Guisa, applaudita partizione sopra un melodramma del Dupaty tradotto. Dalla Biografia Universale del Fétis, da noi consultata nel compilare.questi cenni, rilevasi clic sebbene Kummel, all’età di vcnlotto anni, avesse acquistato in Germania non volgare rinomanza in ispccic per la sua musica istruincntalc c come pianista, pure il nome di lui era tuttavia ignoto in Francia allorquando nei 1800 Cherubini, di ritorno da Vienna, carco di gloriosi allori per la sua l’aniska, seco portò la grande fantasia in mi bemolle (Op. 18.) clic nell’istesso anno fece eseguire al concorso del Conservatorio. Qursto fu il primo-pezzo di Kummel, a Parigi pubblicamente udito: i soli artisti lo compresero, ma il successo presso questi bastò per stabilire la fama del nuovo compositore, c da quel momento le opere di lui ivi vennero da ciascuno ricercale. - Qui sarebbe il luogo di accennare quale enorme diversità passi fra le cosi dette fantasie della giornata c quella di Kummel che, unita a questo numere d st 1 oc agli associali della Gazzella Musicale di Milano. In questa ad ogni tratto rifulge l’inspirazione, il sentimento, ed ognora domina la chiarezza, la spontaneità, la magistrale condotta, l’indipendenza negli sviluppi c nelle forme, il’giusto colorito nella distribuzione, l’eleganza c sobrietà negli ornamenti, in una parola quanto di più eletta emana da vivificante estro melodico, da profondità armonica, da sicurezza scientifica, e serve al non esageralo risalto di tutte le risorse dell’istromcnlo c della valentia del suonatore. Nelle altre invece, oramai rese presso clic l’esclusiva palestra di ogni moderno concertista c di ogni dilettante, il molto fantasia, come già dicemmo in diverse occasioni, pare posto per ironia: tutto, ad eccezione delle immagini proprie, de’ ragionati c coscienziosi risultati musicali, in esse confusamene ora frammischiasi «un sistema sì uniforme, elio, meno le altrui favorite £ melodie sulle quali il pot-pourri si fonda, trovatisi quasi £ sempre gli stessi passi, le medesime combinazioni, ) gli uguali intrecci. Qual efficace e- durevole effetto <5 puossi mai attribuire ad una musica priva d’immagi- fi