Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/131

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Supplemento at iV. 30 mia, éd abbiate pazienza se oggi son troppo lungo; io vi prometto di non esporvi che un piccolo numero di questi dubbi.La musica nel suo rinascimento non trovo modelli antichi come le lettere, e le arti. Egli è ben vero che trovò delle poetiche e delle réttoriche, voglio dire de’ trattati latini e greci sull’armonia; ma questi siccome furono e saranno sempre per lei oscurissimi indovinelli, così non le poterono in modo alcuno giovare. - La musica mette i suoi cultori in circostanze molto diverse da quelle in cui trovansi gli altri artefici. I poeti scrivono in una lingua generalmente nota à’suoi; i loro versi si leggono, van per le mani di lutti con poca spesa, si traducono in altre lingue; i giornali, i maestri, i censori ne parlano, e via discorrendo. I pittori, e gli scultori espongono le opere loro al guardò e giudizio del pubblicOj il quale con un po’ di vista e di buon gusto dà un giudizio che non è senz’appèllo; poiché que’ lavori o di pennello o di scalpello stando continuamente o in pubblico o in privato esposti, il tempo corregge i torli -giudizii. Il maestro di musica all’opposto comincia a scrivere in un gergo ignòto alla maggior parte; scritto che ha, la sua opera viene in balia degli esecutori, i quali la espongono al pubblico per qualche giorno. Se l’esecuzione è favorevole al compositore, e corrisponde alla bontà della musica, questa.piacerà per quei giorni, e fórse per altri in cui verrà richiamala sulle scene; ma se l’esecuzione gli è sfavorevole, benché qualche dotto si accorga del pregio dell’opera, la sua musica ò nulla. In qualunque caso poi, siccome Una composizione musicale non è un libro che. si moltiplichi sui tavolieri di tutti, nò un quadro che si.copii su mille stampe, dòpo le poche rappresentazioni, divenuta un oggetto di archivio teatrale, o buona o cattiva, debbe perire. Nè, mi si dica che pur i lavori musicali acquistano pubblicità colle stampe, poiché questo invece di giovamento loro arreca danno; primo, perchè quell’opera è fatta per essere udita non letta, fatta per gli orecchi non per gli occhi; secondo, perchè pochi ne sono i buoni lettori; terzo, perchè divenendo popolare per mezzo di quei, smembramenti, storcimenti, travisamenti, detti riduzioni, per cui tutta l’illusione di uno spettacolo si riduce ad un flauto solo, o ad una scordata chitarra, è impossibile che possa in ogni luogo in ogni tempo andar per le mani di tutti quale fu dal maestro creata, e scritta. - La musica in generale non è libera; ella è serva dèlia poesia, o per lo meno indivisibile amica sì che quello clie l’una vuole debba pur l’altra volere, e ciò pon per forza; ma c’olia massima e piacevole intelligenza. Ma questo è appunto ciò che di rado accade; il poeta scrive quel che vuole e il maestro fa a modo suo; e quel che più decide in questa materia si è che il poeta.non s’intende di musica, ed il maestro non sa di poesia. Quindi non è-maraviglia se quando i poeti erano musici, le cose andassero meglio che ora non vanno. - La musica, voglio dire il melodramma, è gettato alla mpltitudine (e questa è la sua esposizione o edizione) che ha pagata per udirlo, in un’ora in cui gli accorrenti vogliono divertirsi, distrarsi dalle serie 0’ frivole occupazioni della giornata, che amano durante lo spettacolo celiare, adocchiare, amoreggiare, visitare, rumoreggiare, onde quel tempo passi più presto e più leggiero. - La musica... ma lasciamo cosi. — -127 — Ora fate voi il conto di questi dubbi, e guardate se dalla mancanza d’antichi modelli, dalle sue circostanze, dalla sua servitù, dalla sua fortuna potete dedurre la sua instabilità; io già non ve nè sarò garante, perchè torno a ripetervi che non ne so niente. Ma diréte voi: non sarebbe niai ora venuto il line, di cotesla incertezza? i moderni non avrebbero eglino coi loro lavori, colla loro autorità fermato il gusto, stabilito il bello della musica? chi potrà in avvenire far meglio dim Rossini, d’un Bellini, d’un Meyèrbeer veri Rafaelli, e Ariosti, e Tullii dell’armonia? Se è così 10 riìe ne rallegrò; e godo che questi sommi ci abbiano data la vera musica maestra, il vero modello dell’opera. Veramente doveva essere riservata al secol nostro già fecondo di tante invenzioni la canonizzazione del gusto musicale. Lode al cielo, che finalmente l’astro benefico spuntò, l’astro che debbe per certa e sicura via guidare d’or innanzi la musica nostra! ma per l’amore che porto a quest’arte ho paura che i nostri nipoti non siano del nostro parere. Ho paura che la benigna stella da qui a pochi anni non si cangi in cometa, od in fuoco fatuo, quod dii averruncent; poiché a congetturare dal passato, io veggo vario, ed incerto l’avvenire. 1 padri nostri udendo le belle melodie d’un Cimarosa, d’un Mayr, d’un Paisiello, e di alcuni altri divini maestri avevano pur esclamato: j ecco gli astri benefici della musica avve- ■ nire! ma ’non erano ancor morti, che quegli astri già s’eclissavano e sparivano per cedere il posto ad altri. Splendore ed eclissi. Ecco la storia della musica passala e presente; ecco forse la profezia della musica futura. Dunque ha ragione il Carpani che 11 bello musicale sta nella novità; e noi non abbiamo altro a lare che attendere conlinuàmente questo hello mutabilissimo dalle opere nuove, che’ gli scolari e gli imitatori ci van preparando alla cadente luce de’ loro capi-scuola. Addio. B-i LE STAGIONI CAATATA»1 WlSUPPi: IIAYDIV Eseguita nella gran sala «lei Palazzo AcccIiioinEieenzea vantaggio «Ielle sale «li asilo per l’infanwia la mattina «lei «lì *5 giugno SW-43. Se il corrente anno 1845-fu largo con noi esuberantemente fin ora di pioggia, di grandine, di fulmini, con mano non mcn generosa versò in gran copia sul nostro musicale orizzonte c grandi c meno grandi accademie di musica: Accademie di artisti, accademie di dilettanti, accademie mascoline, accademie femminine, accademie d’interesse, accademie filantropiche, accademie di debilito, accademie di ributto, nulla in lai genere ci è mancalo. Se per distinti talenti molli artisti lian brillato in alcune di esse, non meno vi brillarono in buon numero i dilettanti. A proposito dei quali è una consolante osservazione che può farsi nolando, come da qualche anno, spezzalo quei cerchio di egoismo del, quale cran soliti.ricingersi, abbian preso ad affollarsi con gli artisti, e, rinunziando senza esitazione agli officiosi necessari plausi di un privato uditorio, per affrontare animosamente gli misteri giudizj del pubblico, siensi dali a spendere iilijiiicnlc il loro lalcnlo, prendendo,attiva partea trattenimenti, l’introito dei quali vicn destinalo a sollievo di qualche miseria, • a sostegno di qualche carilalcvolc istituzione. Nè minor lode mentano al ■ cerio al dì d’oggi gli artisti, i quali, sollevatisi dalla venalità onde altra vblla cran presi quasi affatto, rinunziando generosamente agli stipendi clic potrebbero pretendere e da cui traggono il vivere, fanno a gara nel correre la stessa saiUa carriera di carità. E ad artisti c a dilettanti csimj ed in gran numerò devesi lode somma oggi per essersi benignamente prestati a cooperare con.ogni buona volontà- ed inipc1 gno all’accademia di.cui ò parola nella intitolazione di I questo articolo: accademia c per l’artistica importanza, | c per la stintila dello scopo tanto superiore ad ogni I alliii, da non doverla confondere per niun conio con: quelle a cui faceva scherzando allusione in principio. E se lode si deve indistintamente a lutti clic vi presero parte, tanto maggiore la meritano quei molli.sì! dilettanti che artisti, i quali con generosa abnegazione di sò stessi 11011 sdegnarono confondersi nella massa ape. cialuicnlc dei corisli, ahbonehè avvezzi, sostenendo parti primarie, a cinger la fronte di belle corone. E per ciò clic se altro scopo clic quello di carità non avesse avuto questa gran festa musicale, clic come periodicamente si e rinnovata Ira noi da qualche tempo nell occasione delle municipali annue feste di S. Giovanili, dosi si annunzia doversi coutiuunrc por.l’avvccolo altro non occorrerebbe clic, aggiungerò una parola di. ineritala merrnle lode ai membri cnmpniicnli la deputazione che la diresse, e più di ogni altro al benefico Principe clic la tutelò dei suo patrocinio, uso com’è con amore a proteggere cd incoraggiare ogni, utile c bella intrapresa. Ma siccome la istituzione «li questa festa, olire a qucslo santissimo.scopo, uno ne Ila pure indubitatamente lutto arlistìcò, che in fine non è meno, interessante, così ò dovere di citi ormai si è dato alla non grata ingerenza del critico considerarla soll.o qucslo aspetto, quantunque grave 0 spinoso ufficio pòssa questo riuscire, (.he almeno quel vero clic potrò rinvenirsi nelle parole clic son per leggersi possa recar frullo di utilità per le occasioni, future, coadjuvar.c alquanto il progresso dell’arte!. Fu già annunziato ili questa slcssa Gazzetta chi. furono i principali tra gli esecutori che prcser parte alla festa 111 quest’anno; olii’ diresse in- capo la. musicale esecuzione: chi guidò specialmente l’orchestra (I): lutto son persone dal più al meno ben noie per bella gloria musicale c per somma abilità, e tutte gareggiarono nel far mostra di sommo zelo cd impegno. Ora, un’opera, clic è classica per sò stessa, un’orclieslra cd un coro nei quali figuravano mollissimi aclisti c dilettanti distinti, sembra strano quello che già fu accennalo, l’esito, cioè, nel complesso non esser riuscito felicissimo. - Investigandone la cagione, è da vedersi quanto possano avervi contribuito c In scelta della composizione, c la- esecuzione di essa, considerala in specie rapporto ài modo con cui.fu preparata e condotta.. Giuseppe Ilaydn, restituitosi da Londra a Vienna, ormai giunto all’età di sessnntadue anni, cd assicuratisi i mezzi di vivere con decente agiatezza, pareva volesse riposare sugli allori già còlli, né in altre composizioni occupavasi che trullo tratto in qualche opera istrumont’ale. La relazione di stretta amicizia clic nvea contrailo col noto Barone Vini Swiclcn lo spinge però a nuovi lavori.. Vagheggiava da lungo tempo il dolio Barone l’idea di una musica tale, clic tra i generi diversi delle musicali composizioni tenesse all’incircn lo stesso posto clic nelle umane lcllerc la poesia descrittiva. Ora se fosse qui luogo ad esaminare su quali principj il Barone basovasi, bisognerebbe forse convenire clic cran dossi errati ili gran parte, poiché scopo precipuo della musica sla nell’eccitare affelti non nel descrivere idee. Di qui è clic la perfetta imitazione musicale e quella di sentimento,: non quella, dirò così, grafica 0 materiale. Checché però di ciò sia, il mondo va debitore a lui di due dei più mirabili Irai parli del mirabilissimo dei maestri. I11 falli, fu sulla poesia preparala da Van Swiclcn, cd in gran parie secondo le idee sue, clic venne composto il celebre oratorio’ - la Creazione del Mondo. Bendici Ilaydn fuor della musica non andasse fornito di molla coltura,.aveva troppa delicatezza di gusto, un sentimento troppo vero del bello nell’arte, un istinto musicale (dirò così) troppo giusto per non sentire la superiorità’ della imitazione indiretta di sentimento su quella materiale e diretta. O11d’ò clic, quantunque sacrificasse talora forse anche troppo alla seconda, tanto profuse della prima in-quell’oratorio clic riuscì un capo-lavoro. Ed in ciò credo fosse ajulato anche dalle; sue credenze altamente religiose. Freddo ci non poteva rimanere sulla eloquente descrizione delie opere ammirando di Dio; e dalla stia composizione ad ogni tratto spiccano lampi vivissimi di.entusiasmo..Ciò clic meno caldo riesce ò la parlo ove. son descritti gli affetti.della prima coppia di sposi; cosa non strana affililo IraiUindosi di uno scrittore già qitnsi, settuagenario, clic si era in gioventù sposato per riflessione, anziché per amore, c del suo matrimonio 11011 area dolci rimembranze essendo riuscilo per lui fonie continua di amarezze o disgusti. - La Creazione, prodotta la prima volta in Vienna in casa del Principe Schwartzenbcrg, fu causa di un concorde universale inno di lode al.maestro. Per Io clic Van SwieIcn,.baldo quanto l’autore del buon successo, mosso dalle stesse ragioni, altro poema compose col proposito clic il buon vecchio dovesse sposarvi i numeri musi- 1 (1) Dee’equi avvertirsi clic per un errore si stampò i in qualche foglio essere stato il professore cav. Gioì - ( getti il direttore dell’orchestra in late occasiono. ’ {