Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/171

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— -167 — non canterà un semplice ed uniforme inno della liturgia, un brano straniero alla scena, ma intonerà un canticcj italiano acconcio al luogo, alla circostanza, opportuno agli uditori, ed ai tempi che vantano sopra ogni altro eccellenza d’educazione? Rimane dunque a vedere di quale indole possa essere questa nuova poesia che debbe surrogare la nullità della vecchia, il che speriamo di fare nell’articolo seguente. CRITICA. MELODRAMMATICA ROBERTO IE DIAVOLO di MEYERBEER Un distinto maestro compositore che ci onora della pregevole sua amicizia, in occasione che producevasi sulle scene del Teatro della Concordia in Cremona il Roberto il Diavolo di Meyerbeer, ebbe a dettare il seguente interessante articolo nel quale i pregi che distinguono quel sì lodato capolavoro sono con molta finezza discorsi. Parve a noi che i nostri lettori avrebbero aggradita la riproduzione di uno scritto mollo opportuno a far maggiore il desiderio di coloro tra i nostri amatori della buona musica, cui tarda ormai troppo l’udire anche sulle grandi nostre scene un’opera, che quasi tutti i primarii teatri di Europa produssero già da un pezzo. malta.0 Le priS^dllà^d’Eu^w non si saziarono di udirlo: nessuno sparlilo ebbe l’onore di un maggior numero di rappresentazioni: Parigi sola ne intese dalle 200 alle 300. Un cosi unanime suffragio, un tanto ed universale consentimento sarebbe già in buona lo6 EFquale*accoglienza’ ebbe" tra noi quest’Opera maravigliosa? - Gli intelligenti la festeggiarono come la ben venuta: gli amatori si tennero in una fredda ammirazione: i più la dicono bella a «ore di labbra, perse vi ha chi la spregia, ehi noi veramente non lo sappiamo, non è bisogno di risponder parola. Originalità, sapienza, ispirazione rifulgono ad ogni tratto in questo Roberto. Le prime due doti non ha chi non ve le ravvisi. Della terza polrebbesi da taluni Non è dentro a piccole forme, non è intorno ad idoleggiali concetti che piacesi la fantasia del maestro, abbellendoli di liriche immagini c colorito. E un grande poema drammatico ch’egli ha pensalo, e come biparti grandiose. Il perchè i’ maggiori pezzi di quest’Opcra si tolgono affatto dalle forme sinora usate e comunemente zionule successione’di tempi c ripetizioneh inolivi*, che quasi impronta di un medesimo stampo arie, duetti, e terzetti nelle opere comuni. Pare a noi che tra queste ed il Roberto di Meyerbeer corra presso a poco quel divario medesimo che fra un dramma di Aletaslasio ed una tragedia di Schiller o di Shakspcare. Ma per quanto noi siamo rapili alle care melodie del chiH’profimdam^nt^HdX^cni^snffSaS^’d^’li ^altrì? Avremmo voluto pigliare ad esempio Mclastasio ed Alfieri; ma quest’ultimo, tranne, la severità, non ci offecome quello in cui lottano il ciclo c l’inferno, il genio del bene c quello del male, c per se medesimo, e per la maniera onde fu dal poeta condotto, evorare visibilmente le potenze d’aWsso^richiedeva di sua. concetto ol ’ lutt "una’ | ’ola’,""non ìa J I ^ onc 1 I no^o 1 di | Il | ratiere lirico, tragico cil epico, a farne un solo, c ì) ncfi’aninio delbautorc.PI L‘h 00 1 E cosi adoperando serviva insieme il maestro mirabilmente alla natura del suo soggetto ed al gusto dei teatri oltramontani. Infatti le composizioni più distinte che su quelli ebbero altissima fama, sono tutti lavori a grandi proporzioni, a grandi concetti, o tali che vogliono essere molte volte udite per essere intese. E notisi che i repertorii dei più grandi teatri di Francia, di Germania e d’Inghilterra si limitano a otto o dieci Opere all’anno, le quali tutte più o meno si alternano; di che viene la necessità clic queste abbiano in sè tanto d’intrinseco da interessare quei pubblici per tutto il corso delle rappresentazioni. Tali sono la Muta di Portici di Aubcr, Zompa, di Hcrold, il Don Giovanni di Mozart, il Freysctiùtz di Weber, il Guglielmo Teli di Rossini, gli Ugonotti di Meyerbeer, la Vestale di Sponlini ed ultimamente il Girlo VI di Halevy: opere tutte della maggiore importanza, c che per la ricchezza dei concetti formano il più dovizioso repertorio dei teatri d’oltremonlc: astruse troppo pel pubblico in Italia, che dopo otto o dicci rappresentazioni vuol vedere, un nuovo spettacolo. Lunge però la taccia clic vogliasi per noi rinegarc la gloria della musica italiana. Figlia di questo cielo sereno, educata alla sovrana armonia di una bella natura, favorita dai cari e scorrevoli suoni di una favella prediletta alle grazie ed alla poesia, t’inebria di una voluttà tutta celeste, c ti ricerca addentro nell’animo, c ti scuole ogni fibra, e per le vene ti diffonde un latte di tutta dolcezza. Spontanea, nativa qui l’odi suonar sulle labbra di un popolo, al quale è istinto la melodia, c il canto è natura. Immaginosa, vivace, patetica, dominatrice di lutti gli affetti, dalle scene d’Italia c d’Europa volge a suo talento i cuori dei popoli diversi di costumi e di lingua, quasi per lei facessero una sola famiglia. Dalle nebbie del Tamigi alle rive gelate della Ncva ella trapassa segnando il suo cammino di luminosi trionfi c dappertutto recando riverito cil illustre il nome italiano. dell’Ahghieri ^e Vl’cgli dtó "Minm/’chrLcrr^Sc C„ u’ c Ta’i /* ’ i"c I>i><dS sio ed Alfieri non ci tolgono sentire altamente le grandi bellezze di Shakspcare e di Schiller: le classiche opere dei pittori italiani non ci impediscono vagheggiare altresi le romantiche rappresentazioni fiamminghe; c i canti ispirati di Semiramide, di A’orma, di Anna Bonìerito^ommo11™^questo Robertl^U Diavolo, nè tTaìl* E^ndy/Xr^a^parcr nostro, vi è tanta copia di &ttisz!ttssva,£i melodioso, insinuante, vi è la bella romanza di Alice nel primo atto, la popolarissima Siciliana, la divina fissi*™ di Alice nel"tcrzo"’"e °i graziosinioUvi,°e motiva cosi, che nulla più. Per quelli clic non contenti £ ■ ’i ngònom °u’ |ioo d c ‘ ’dell’orto, non disgiunta mai dal gusto più squisito, noteremo l’imponente preludio dell’Opera, tutto sparso di dopo svolto in mille guise il primo pensiero, lutto risolvi in un coro della più semplice e bella fattura: noteremo la romanza di Rami,aldo, nella quale I’ ordei quanto atto, Sh frase,Vnd.’c’ssa’smnpltóssima" ghiera accompagnata con l’organo! quanta dottrina ■ Il dispoi Idi partita questo pezzo MI tcrc non esitiamo a dire clic pòchissl’im Vzzi ’di" siiniì genere potrebbero essergtijiosti aJ.onfromo.Jaghissieri, ispirato quasi sempre, c specialmente nella risoluzione nel modo maggiore dell’adagio, fedele nel colorito delle frasi, secondo le passioni espresse da eiaplesso di bellezza da essere proposto come ’ sovrano minima parte di quest’Opera, sia stata trasandata dall’autore, compresi gli stessi recitativi, c come la parte tanto eie f lei te c sempre ci venga c pr n ilo non solo la parola, ma persino la mimica azione. In tanta sublimità di lavoro, in tanta c si mirabile copia d, b, Ite/ze <1 ogni m anicra^c^ «P^chc «tata Roberto è ben degno clic lo accolgano festevolmente anche i teatri d’Italia. Non pretenderemo già noi che tutta su questi modelli si abbia a foggiare la musica nostra, e clic abbiano i nostri compositori a posporre a codesta musicale sapienza c profondità quelle melodie soavissime che sono tutta creazione del genio il!>liano. Il gusto del popolo sappimi! benissimo ~" principalissima regola di ogni convenienza nell’arti; c a noi non altrimenti che a questo popolo, scendono addentro nell’animo quelle semplici cantilene c quei toccanti motivi che si facilmente si scolpiscono nella memoria, c vanno ripetuti in sulle bocche di tutti. Ma per ciò clic alla semplicità sempre sta vicinissima la grettezza e la trivialità, desiderabile cosa ci pare che talvolta anche a noi si offrano da ammirare questi portenti di severa sapienza, cil alcun poco vi si vengano educando gli animi del popolo, nflinchè non cosi facilmente si rimanga contento a certe artistiche brutture ed insipide melensaggini di non poche Opere moderne, le quali, nate appena, sarebbero anche morte, se non le tenesse in vita la smania di novità. Così quando la italiana poesia venne meno tra quel diluvio di sonetti c canzoni che gli Arcadi furiosamente stampavano tutte ad un conio, Varano dapprima, e Aloidi dipoi la rialzarono sublime, richiamandola alla vera sua scuola, alla scuola deU’Alighieri. I sommi son sempre radi nelle arti: facciamo loro buon viso da qualsivoglia paese ci vengano. È morto oggidì ogni pregiudizio contro le straniere letterature, ìzi tutte insieme si fondono c si contemperano in ìa letteratura comune, le line delle altre giovandosi porgendosi da buone sorelle la mano. Perchè non dovrà la musica ancora seguitarne l’esempio? Ne verrà.antaggio grandissimo, quando i dovuti riguardi si serbino. CARTEGGIO Al signor C. di Parigi. Io avrei voluto far precedere alla rapida relazione clic vi farò della nostra esposizione di Belle Arti alcune osservazioni generali, clic bastassero ad indicarvi quale sia lo stato delle arti in Italia, c come queste’ sicno intese c quindi interpretate dai loro cultori. Ala siccome ciò richiederebbe un certo sviluppo, perciò sono attualmente costretto a rinunziarvi, troppo felice ancora se giungerò a stringere in due. sole lettere la edere rivista dei più interessanti lavori d’arte esposti in quest’anno. Chi sa se una terza lettera 110.1 completerà questa omissione^ offrendo così lo spettacolo obbhga nessuno.SEdorà TOininc’iamo.11' " ^ fa la liUcon vendon i artisti‘be°, {Titr^’q^oCtec manierato, clic deve l’effetto 11011 alla forza del pennello ma alla stravagante sovrapposizione di enormi strati di biacca 0 di qualunque altro color.y.iù vi piaccia, servile imitadeve essere, e fra 1 primi, annoverato il Poggi, clic sente nell’anima il santo bisogno di avere uno stile proprio, cd una maniera affatto individuale di intendere c.l’interpretar l’arte. Ond’è clic in tutti i suoi dipinti vedesi sempre l’impronta d’una originalità che serve a staccarli dalla massa degli altri lavori, ond’è che egli è sempre ne’suoi pregi, e persino ne’suoi difetti un vero artista, ond’è clic la forza de’suoi concetti, il vigore del suo colorilo, la verità c la potenza nell’espressione, l’evidenza cd il gusto nei dettagli e nell’assieme colpiscono tanto maggiormente, in quanto clic v’ha in tutto questo il suggello d’un fare esclusivo, clic non fieri dietro a nessuna pedata e che cerea di aprirsi una via propria, lontana egualmente dalle folli esagerazioni come dai plagi servili. Il suo quadro dell’Adultera, a figure metà del vero, cd il suo ritratto del Borgia sono frallc tele migliori esposte quest’anno; v’è qualche cosa di antica bellezza in queste opere in cui tutto è saggio c moderato, in cui 11011 si andò in traccia d’uno di quegli effetti abbaglianti che non reggono innanzi alla critica, ma si geldì genere ed alcuni ritratti sono pur degni del pcnd’un semplice cenno, se la terribile brevità 11011 mi stesse alle spalle, fiera cd implacabile come una padrona clic vuol essere esattamente obbedita. tratti* e* di mezzc^gm’-c pienedi* brio’ d" effetto,°di ’vita c di somiglianza. L’attenzione del pubblico si ferma con compiacenza innanzi a questi risultati d’un pennello abile c grazioso che non dimentica i più legger dettagli, c clic sa dare al prosaico ritratto una decisi ‘"’una’figur^dfdo’nna sdrajata sul letto, e che seni cd una mezza figura d’una vecchia sorciera, d’un snecie di Unormand da ’villaaaio. sono due sauisil